sabato 18 gennaio 2020

INQUINAMENTO

Non solo polmoni e cuore
Danni anche al cervello

Roma – Un anno e due mesi: è quanto si vivrebbe di più al Nord Italia se un vento benigno spazzasse via tutto l’inquinamento. Invece quel vento è bloccato a nord dalle Alpi. E nella penisola l’81% degli abitanti si ritrova in un’area che sfora i limiti di inquinamento fissati dall’Organizzazione mondiale della Sanità (in Pianura Padana si arriva quasi al 100%). A causa (o concausa) dello smog ogni anno in Italia muoiono così 34 mila persone: quasi cento al giorno. Lo ha calcolato l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) nel suo ultimo rapporto sulla qualità dell’aria. E l’Agenzia europea per l’ambiente conferma: siamo il primo paese per decessi da biossido di azoto, uno dei veleni che veicoli e caldaie mescolano silenziosamente ai 10 mila litri d’aria che inaliamo ogni giorno.
Dapprima irritano i polmoni. “Non abbiamo bisogno di consultare i bollettini dell’inquinamento. Quando lo smog sfora i limiti, ce ne accorgiamo dall’aumento degli accessi al pronto soccorso per asma e altri disturbi respiratori, dai bambini agli anziani” spiega Francesco Blasi, professore di malattie respiratorie all’università di Milano e direttore della pneumologia del Policlinico. Dai polmoni le particelle inquinanti più minute (i famigerati Pm2,5) passano nel sangue. Lo stato di infiammazione che causano ai vasi sanguigni fa aumentare arteriosclerosi e rischio di infarto. “Il particolato più fine riesce poi ad attraversare la barriera del cervello. E crea uno stato di infiammazione anche lì” spiega Massimiliano Buoli, psichiatra, ricercatore dell’università di Milano. L’aria sporca arriva così a intaccare il cervello: “E’ un’osservazione recente. Noi stiamo per avviare uno studio su Milano per capire quanto l’inquinamento faccia aumentare i casi di depressione. Un’associazione è stata già osservata altrove. Livelli alti di smog fanno crescere gli accessi al pronto soccorso per disturbi del comportamento”.
Due anni fa una ricerca su The Lancet dimostrò che chi abita a meno di 50 metri da una strada trafficata ha un rischio più alto del 7% di finire preda di una demenza. “Dati meno solidi – aggiunge Buoli – mostrano un legame tra smog e autismo o disturbo da deficit di attenzione e iperattività”. Il meccanismo comune a tutte le malattie da smog (vi rientrano anche diabete e osteoporosi) è l’irritazione. “Quando un tessuto si infiamma troppo – spiega Blasi – le sue cellule vengono distrutte. L’organismo cerca di rimpiazzarle accelerandone la replicazione. Questo, insieme alle sostanze cancerogene dello smog, fa aumentare anche il rischio di tumori”. e.d.
Repubblica 8 gennaio