Non
solo polmoni e cuore
Danni
anche al cervello
Roma
– Un anno e due mesi: è quanto si vivrebbe di più al Nord Italia
se un vento benigno spazzasse via tutto l’inquinamento. Invece quel
vento è bloccato a nord dalle Alpi. E nella penisola l’81% degli
abitanti si ritrova in un’area che sfora i limiti di inquinamento
fissati dall’Organizzazione mondiale della Sanità (in Pianura
Padana si arriva quasi al 100%). A causa (o concausa) dello smog ogni
anno in Italia muoiono così 34 mila persone: quasi cento al giorno.
Lo ha calcolato l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la
ricerca ambientale) nel suo ultimo rapporto sulla qualità dell’aria.
E l’Agenzia europea per l’ambiente conferma: siamo il primo paese
per decessi da biossido di azoto, uno dei veleni che veicoli e
caldaie mescolano silenziosamente ai 10 mila litri d’aria che
inaliamo ogni giorno.
Dapprima
irritano i polmoni. “Non abbiamo bisogno di consultare i bollettini
dell’inquinamento. Quando lo smog sfora i limiti, ce ne accorgiamo
dall’aumento degli accessi al pronto soccorso per asma e altri
disturbi respiratori, dai bambini agli anziani” spiega Francesco
Blasi, professore di malattie respiratorie all’università di
Milano e direttore della pneumologia del Policlinico. Dai polmoni le
particelle inquinanti più minute (i famigerati Pm2,5) passano nel
sangue. Lo stato di infiammazione che causano ai vasi sanguigni fa
aumentare arteriosclerosi e rischio di infarto. “Il particolato più
fine riesce poi ad attraversare la barriera del cervello. E crea uno
stato di infiammazione anche lì” spiega Massimiliano Buoli,
psichiatra, ricercatore dell’università di Milano. L’aria sporca
arriva così a intaccare il cervello: “E’ un’osservazione
recente. Noi stiamo per avviare uno studio su Milano per capire
quanto l’inquinamento faccia aumentare i casi di depressione.
Un’associazione è stata già osservata altrove. Livelli alti di
smog fanno crescere gli accessi al pronto soccorso per disturbi del
comportamento”.
Due
anni fa una ricerca su The
Lancet dimostrò
che chi abita a meno di 50 metri da una strada trafficata ha un
rischio più alto del 7% di finire preda di una demenza. “Dati meno
solidi – aggiunge Buoli – mostrano un legame tra smog e autismo o
disturbo da deficit di attenzione e iperattività”. Il meccanismo
comune a tutte le malattie da smog (vi rientrano anche diabete e
osteoporosi) è l’irritazione. “Quando un tessuto si infiamma
troppo – spiega Blasi – le sue cellule vengono distrutte.
L’organismo cerca di rimpiazzarle accelerandone la replicazione.
Questo, insieme alle sostanze cancerogene dello smog, fa aumentare
anche il rischio di tumori”. e.d.
Repubblica
8 gennaio