‟La regione fa propaganda e intimidisce le famiglie"
Monica Canalis, il Pd, di cui lei è vicesegretaria in Piemonte, è in prima linea contro la proposta di legge ‟allontanamento zero”. Perché?
«Si tratta di un provvedimento di pura propaganda, che non interviene concretamente per migliorare il sistema piemontese di tutela dei minori. Questa proposta è nata per rispondere a un problema che non esiste, ovvero che ci sia un eccesso di bambini in tutela. In Piemonte su 60.068 minori presi in carico dai servizi solo 2597 sono seguiti fuori dalla famiglia d'origine e di questi 459 sono stranieri non accompagnati. La legge si fonda sull'assunto che si allontani i minori con troppa facilità e per motivi economici. Tutto smentito dai dati. Come Pd non vogliamo solo fermare questa norma deleteria ma anche attivare un dibattito culturale che smonti i pregiudizi sugli affidi».
L'assessora Caucino a Repubblica ha spiegato che il suo ddl non ha origine da Bibbiano, ma cita un libro con prefazione dall'ex assessore Pd Ferrari. Come replica?
«È chiaro che il caso Bibbiano è stato cavalcato da Caucino, ricordiamo bene lo striscione sul Palazzo della Regione. Per quanto riguarda il libro citato, si tratta di una ricerca del 2015 di scarso valore scientifico, a firma di Roberto Cardaci e Gaetano Baldacci, che non è mai stata presa in considerazione e discussa né in consiglio né in giunta regionale. Presentava un modello teorico sulla base di una ricerca dell'associazione ‟Cresco a casa” e aveva il contributo dell'ex consigliere del centrodestra Gianluca Vignale. Nella prefazione Ferrari sosteneva semplicemente, senza appoggiare le tesi del libro, che nei casi di allontanamento dei minori è necessario porre al centro dell'intervento la famiglia nel suo complesso, come previsto dalla legge nazionale».
Anche a seguito della mobilitazione creata contro il ddl, sono emerse criticità del sistema, soprattutto per gli assistenti sociali. L'assessora rimbalza la colpa portandola indietro nel tempo. È davvero così?
«La situazione degli assistenti sociali è di oggettiva carenza di organico, da alcuni anni. Quando Chiamparino si è insediato nel 2014 la regione era dentro un piano di rientro: per molti anni le assunzioni sono state bloccate a causa di problemi di bilancio generati negli anni precedenti. Sicuramente se ci fossero più assistenti, più educatori, più psicologi i tempi sarebbero più veloci per offrire rapidi sostegni ai minori, non si dovrebbe aspettare mesi per una visita dal neuropsichiatra, ad esempio. Potenziare i servizi sociali e sanitari è prioritario, ma nel disegno di legge non c'è una riga sull'incremento del personale o sulla stabilizzazione dei precari».
Per le famiglie affidatarie cosa intendete fare?
«L'assessora ha sostenuto che si sia creato un giro d’affari intorno alle famiglie affidatarie. Invitiamo Caucino a conoscere la realtà di queste famiglie, che svolgono un servizio di grande generosità e apertura, praticamente volontario. Vanno supportate. Accogliere minori in difficoltà, talvolta disabili è un atto d'amore che non può essere infangato».
Sarah Martinenghi, la Repubblica 17 febbraio