venerdì 28 febbraio 2020

L'INIZIO DEL CRISTIANESIMO

Filoramo e i primi secoli del cristianesimo

Una storia che può essere interpretata solo attraverso dei testi, da anni impegnata a rinnovare la propria strumentazione sempre meno dipendente dalla teologia e più bisognosa di altre discipline. Una storia che abbraccia i primi secoli della nostra era, concludendosi quando si attestano una grande Chiesa organizzata e una religione cristiana fondata sulla concezione di un Dio incarnato, su uno stile di vita alternativo a quello del giudaismo o del paganesimo. E’ la storia che Giovanni Filoramo, docente emerito di Storia del cristianesimo all’Università di Torino, ripercorre nel primo tomo della nuova Storia della Chiesa delle Edb: L’età antica (pagine 392, euro 28). Una sintesi arrivata in libreria insieme a quella dedicata all’età contemporanea da Daniele Menozzi, analoga nel taglio didattico, nell’impostazione laica, ma non laicista, nel rigoroso approccio scientifico.
Quella che spiega Filoramo è innanzitutto una “grande Chiesa” composta da Chiese locali, incentrata sulla figura del vescovo e dotatasi di un canone e di scritti rivelati. 
Una Chiesa che nelle sue espressioni locali respira presto in tutto il bacino mediterraneo: pulsando dentro comunità distanti fra loro, e tuttavia già in rete attraverso la corrispondenza, coordinate sui temi importanti mediante sinodi, in grado di condividere forme di culto e liturgie pur con adattamenti locali. 
I fedeli che vi si riconoscono – ricorda Filoramo – “si autodefiniscono come il verus Israel, il popolo scelto da Dio, il cui nuovo patto è stato consacrato dal sangue di Cristo” del quale hanno raccolto il messaggio. La buona novella dei cristiani: i nuovi credenti dalla fede in un Nazareno morto in croce e risorto, uniti alle origini in un movimento dalla tensione escatologica e che già nel II secolo prendono le distanze dall’eredità giudaica. 
La buona novella dei cristiani che fra il II e il III secolo passa pure attraverso strutture ecclesiastiche più consolidate ed esponenti di rilievo in diverse aree (Tertulliano e Cipriano, Melitone e Ireneo, Clemente e Origene…). Poi arrivano tempi di nuove svolte. Nei confronti dell’Impero nel IV secolo che è pure quello della crisi ariana e del dibattito conciliare (Nicea, Costantinopoli), dello sviluppo del catecumenato e del monachesimo. E nel V secolo che vede la separazione della Chiesa in Oriente e Occidente.
Quattro le parti del volume, corredato da box e cartine, destinato a studenti, ma utile per chi abbia interesse per l’argomento scandagliato tra problemi e idee, vicende e protagonisti. Ovvero i conflitti interni ed esterni alla comunità; la contrapposizione fra ortodossia ed eresie, la genesi di un’ermeneutica capace di illustrare il mistero della fede; i viaggi missionari; l’affermarsi di ruoli, ministero, liturgie, attorno ai simboli che esprimono la fede; il confronto con la cultura greco-romana; le persecuzioni; il problema dei lapsi; la formazione della Chiesa imperiale; i principali momenti del culto; le reliquie; i pellegrinaggi. Sino a Calcedonia nel 451: ultima tappa di questo viaggio che non dimentica cifre proprie della vita cristiana. Come l’assistenza a poveri, orfani, vedove, carcerati, inizio di quell’attività di supplenza dello Stato.
Marco Roncalli – Avvenire 13/02