Nigrizia: "Bruxelles annulli gli accordi criminali"
di Concetto Vecchio
ROMA
— «Siamo tutti concentrati sull’emergenza coronavirus, ma quella dei
rifugiati siriani e afgani in Turchia e nelle isole greche di Chio e
Lesbo è una questione ben più drammatica. Non possiamo più tacere»
denuncia il direttore di Nigrizia , padre Filippo Ivardi Ganapini. «La
pentola a pressione nel Medio Oriente sta scoppiando».
La
Commissione Giustizia e Pace dei missionari comboniani ha lanciato un
appello alla Ue: annulli «il criminale accordo» con il leader turco
Erdogan e trovi «soluzioni umane» per i milioni di rifugiati stanziati
in Turchia. Attui l’embargo della vendita alle armi, «anche l’Italia
continua a venderle. È in corso un ricatto all’Europa. È proprio per
questo è davvero incredibile che rimanga in piedi un simile patto con un
regime. Vogliono altri soldi, oltre ai sei miliardi di euro già
ottenuti per tenersi i migranti.
Erdogan sta facendo un gioco cinico,
sapendo che l’Europa è in difficoltà per il coronavirus. Ma l’Unione
europea deve fare il proprio dovere visto che si proclama patria dei
diritti umani, e non solo essere presente quando ci sono diktat
finanziari da imporre».
L’Europa
vuole tenere queste persone lontane dai propri paesi, nel timore che il
loro arrivo possa portare altra benzina al fuoco dei sovranismi. «Il
problema andrebbe risolto alla fonte, in Siria. E il nostro appello vale
anche per l’Onu: riprenda in mano la questione siriana. A quel punto
non si porrebbe più il problema di dove andranno i rifugiati che premono
alle frontiere greche». Padre Ganapini, che tutti chiamano padre Filo, è
reggiano. Ha scoperto la vocazione dopo la laurea in ingegneria
gestionale al Politecnico di Milano. Cita il Vangelo di Matteo: «Ero
straniero e mi avete accolto». Dice che l’Europa deve riattivare
l’operazione Sophia, che nel 2015 provò a fermare il traffico di
migranti nel Mediterraneo. «Nel campo di Moria a Lesbo, che può ospitare
3mila persone, ce sono già 20mila. I minori tentano il suicidio. È
insostenibile ».
E
la Chiesa? «Chiediamo ai vescovi italiani di alzare la voce a sostegno
delle vittime di questi conflitti di cui anche noi siamo responsabili. E
di denunciare con forza politiche disumane e anticristiane. Chiediamo
alle comunità cristiane di prendere a cuore la sorte di questi fratelli e
sorelle allo stremo. È inconcepibile che tanti fedeli simpatizzino per
la Lega che chiude le porte ai migranti. Vuol dire sbarrare la porta a
Gesù di Nazareth ».
Per il missionario comboniano l’emergenza dei rifugiati siriani e afgani "è più grave del coronavirus.
L’Onu deve riprendere in mano la situazione"
La Repubblica 2/3