sabato 21 marzo 2020

Anna Maria Loreto
Con tenacia e gioco di squadra al vertice della procura di Torino


È stata una nomina che ha colorato di rosa il vertice della Procura di Torino, quella di Anna Maria Loreto, 66 anni, scelta a gennaio dal Csm per ricoprire un incarico che mai, nella storia giudiziaria della città, era stato affidato a una donna. Ex poliziotta, romana d'origine, proprio negli uffici giudiziari torinesi la magistrata ha costruito una lunga carriera professionale guadagnandosi il rispetto di tutti i colleghi che hanno poi accolto con sincero entusiasmo la scelta che fosse proprio lei a salire al settimo piano, nell'ufficio che già da un anno era rimasto vuoto dopo il pensionamento di Armando Spataro. Caparbietà e tenacia nelle indagini, oltre a una grande capacità di fare squadra, sono tra le doti che l'hanno portata a essere preferita. E tra i primi delicati compiti che ha dovuto affrontare come procuratrice capo c'è stato quello di scegliere a chi affidare l'incarico di "vicario", o meglio, "vicaria". Perché è stata una decisione ancora al femminile: la preferenza è stata accordata a Enrica Gabetta, già procuratore aggiunto per i reati della pubblica amministrazione, magistrata di grande esperienza e capacità organizzative che ha sigillato così il tandem rosa della procura.
È una grande fiducia reciproca quella che lega i pm, uomini e donne, a Torino: «Con una squadra così non posso fallire» sono state infatti le parole che Anna Maria Loreto ha scelto quando ha commentato, con grande emozione, il suo insediamento davanti ai colleghi con cui ha condiviso così tanto, nei 38 anni di vita professionale tra gli uffici torinesi. Già anni fa, in ogni caso, aveva rotto un altro tabù sabaudo come prima donna alla guida del pool dei reati della Direzione distrettuale Antimafia. Indagini e ruoli delicati, insomma, quelli che ha sempre affrontato. I risultati delle sue inchieste, grazie a quelle «spiccate doti investigative» messe in luce anche nella relazione del Csm, hanno segnato le pagine delle cronache: l'arresto del super latitante Nicola Assisi, l'operazione Alto Piemonte (che nel 2016 aveva rivelato gli intrecci tra la 'ndrangheta e gli ultras della Juventus), l'indagine sulle cosche dell'astigiano, solo per citare alcune tra le più recenti. Con lei si confrontano il procuratore generale Francesco Saluzzo e il presidente del tribunale Massimo Terzi. E non ci sono soffitti di cristallo al Palagiustizia. Anche perché sono sempre più quote rose a ricoprire incarichi di rilievo. Ben dieci donne ad esempio sono presidenti di sezione in tribunale, gli uomini sono cinque. s. mart

(la Repubblica 8 marzo)