giovedì 26 marzo 2020

CONDIVIDO VOLENTIERI

Covid-19
Avvolti dalla morte nel bel mezzo della vita
Il cap. 2 versetto 7 della Genesi ci dice: “allora il Signore plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente”.

Il racconto ci informa che l’uomo viene plasmato con elementi naturali, ossia la polvere del suolo; ne deriva che gli esseri umani, pro vengono dal di dentro della terra, non sono al di sopra della natura.
Ciò che rende l’uomo però un essere vivente, ci dice il libro della Genesi, è l’alito di vita che il Signore soffia nelle sue narici. Attraverso l’alito l’uomo partecipa dell’essere di Dio, condivide la sua vita. L’alito che viene soffiato, l’ebraico usa il termine nefeš, è un principio creatore dal quale scaturisce la vita. La vita comincia sempre inspirando: i bimbi, appena nati, vengono sculacciati affinché i loro polmoni si riempiano d’aria.

L’azione del respirare rende possibile e conserva la vita, la trasmette e l’attualizza in tutte le sue espressioni. Gli stati emozionali sono spesso associati ad una modifica del ritmo respiratorio: avere il fiato corto per la paura di un qualcosa che sopraggiunge improvviso, per una fatica….

La vita comincia quindi inspirando e termina espirando. Alla fine si spira, si esala l’ultimo respiro, riconsegnandolo, secondo il racconto della Genesi, a colui che ha alitato un soffio nelle narici dell’uomo.
Tra il primo e l’ultimo respiro si gioca tutta la nostra esistenza. Nel bel mezzo della nostra vita, precisamente gli ultimi mesi del 2019 e i primi del 2020 un virus, detto Covid -19, invisibile ed impercettibile sta tentando di toglierci il respiro, anzitempo. Rischiamo quindi di essere precocemente, come diceva Lutero: “avvolti dalla morte nel bel mezzo della vita”. Questo virus non risparmia nessuno, ciascuno di noi potrebbe essere avvolto dalla morte nel bel mezzo della vita, che improvvisa sopraggiunge paralizzandoci i polmoni e facendoci esalare l’ultimo respiro.
Riflettiamo poco su questa funzione basilare. Il respiro rende possibile la vita. Questa sosta forzata nelle nostre case potrebbe essere l’occasione per renderci consapevoli che il respiro rende il nostro essere “vivente” e smetteremo, forse, superata la pandemia, di vivere in apnea le relazioni, il lavoro, l’ordinarietà, la straordinarietà.
Il respiro in fondo è l’unica cosa che ci accomuna, respiriamo tutti la stessa aria e se ci viene a mancare a causa del Covid-19 oggi, dei virus dell’indifferenza, dell’ipocrisia, del tornaconto domani, la morte avvolgerà nel bel mezzo della vita la nostra salute, la nostra economia, la nostra socialità.
Questa esperienza dolorosa ci aiuterà, forse, a distinguere meglio tra ciò che è importante e ciò che è futile. A capire che il respiro è la nostra risorsa più preziosa.
Nicola Martinelli
nicolamartinelli@hotmail.com