domenica 22 marzo 2020

DIO SI È FATTO ESSERE UMANO, NON MASCHIO

LA BOMBA DEL VICEPRESIDENTE DEI VESCOVI TEDESCHI


OSNABRUCK-ADISTA. Cristo si è fatto essere umano, non uomo: a fare questa affermazione, potenzialmente esplosiva rispetto al dibattito sul sacerdozio femminile, tradizionalmente chiuso davanti alla mascolinità di Gesù, considerata un elemento ostativo per l'ordinazione delle donne, è il vescovo di Osnabrück mons. Franz-Joseph Bode, vicepresidente dei vescovi tedeschi. Un'osservazione, quella del vescovo, che azzera la tradizione della Chiesa Cattolica Romana sul presbiterato solo maschile. E che contraddice rotondamente l'Esortazione post-sinodale di papa Francesco Querida Amazonia, uscita qualche giorno dopo (12 febbraio, v. notizie precedenti). Le parole di Bode sono comparse sul settimanale diocesano di Osnabrück Kirchenbote il 5 febbraio e sono state riprese da Katholisch.de il giorno successivo.

Nel contesto del Cammino Sinodale che la Germania ha da poco inaugurato volendo farne una struttura con capacità decisionale, i tedeschi dunque potrebbero andare ben oltre il vicolo cieco in cui il papa - come i pontefici precedenti - nell'Esortazione apostolica post-sinodale ha ingabbiato il ruolo della donna. Sta di fatto che l'implicazione dell'affermazione di Bode è che il sacerdozio viene sganciato dall'identità maschile di Gesù, liberando la strada da qualsivoglia impedimento ontologico e togliendo argomenti a chi si oppone al ministero ordinato femminile. Ciò potrebbe preludere a passi decisamente radicali: la Germania non sembra temere conseguenze per i salti in avanti che sembra intenzionata a compiere. 

Ma Bode è avanti su molti temi: nell'intervista che ha rilasciato al giornale della sua diocesi, si è detto molto soddisfatto del primo incontro del Sinodaler Weg, avvenuto a Francoforte ai primi di febbraio (v. Adista n. 6/20), nel quale, ha spiegato, più che una polarizzazione di posizioni sui temi vi è stato un largo consenso al centro. Sarà lui a presiedere il forum sul ruolo delle donne nella Chiesa, accanto alla teologa Dorothea Sattler, la cui posizione sulla possibilità, in termini teologici, che Dio potesse incarnarsi anche in una donna non è una novità (die Welt, settembre 2019), poiché il genere di Gesù non ha alcun ruolo nella dottrina della salvezza. Sattler, che dirige l'Istituto per l'ecumenismo e la dogmatica all'Università di Munster, e perciò favorevole all'ordinazione delle donne.

«L'interazione tra uomini e donne è uno dei segni importanti dei tempi», ha affermato Bode nell'intervista. Molte decisioni prese da uomini, come quella di coprire abusi sessuali, sarebbero state diverse se avessero coinvolto delle donne, ha aggiunto. Il forum, ha poi preannunciato, si occuperà di ciò che già esiste per le donne, ma si parlerà anche di "«questioni fondamentali» come l'ordinazione delle donne. Il vescovo è favorevole all'ordinazione presbiterale di uomini sposati - altro punto divisivo all'interno della Chiesa, peraltro stoppato da Francesco in Querida Amazonia - e ha delineato la possibilità di un sacerdozio a due velocità: uno a tempo pieno e uno a tempo parziale per chi fosse sposato, dando vita a due ministeri assolutamente compatibili. (ludovica eugenio)

(Adista, 22 febbraio 2020)

 

A me di queste diatribe, se Dio potesse incarnarsi in una donna perché l'incarnazione di Dio in Gesù non significa che Dio si è incarnato in un essere umano, non importa un fico secco e mi fanno sorridere.

Perché non credo nel dogma dell'incarnazione definita a Nicea e Calcedonia. L'incarnazione è la vocazione di ogni cristiano e cristiana di vivere nella propria vicenda umana la presenza di Dio, la sua chiamata ad una vita nuova, tentando di incarnare, di fare entrare nella sua storia "carnale" la presenza amorosa e sovversiva di un Dio che ci chiama a conversione. Quando vivo la conversione al Vangelo, lì realizzo il fatto che la mia "carne" accoglie la proposta di Dio che mi giunge attraverso Gesù. Ovviamente, liberare Dio dalle prigioni patriarcali ha un senso. Non vorrei che, per incarnare Dio in tutto l'umano, ci creassimo un Dio etero, trans, gay, lesbica e queer.

Il mistero di Dio, nella Sua alterità e nella Sua vicinanza, non può diventare lo specchietto di tutte le identità.

Franco Barbero