NOI SIAMO CHIESA
Via N. Benino 3 - 00122 Roma
Via Soperga 36 - 20127 Milano
www.noisiamochiesa.org
tel. 022664753 - cell. 3331309765 - email: vi.bel@iol.it
Debre Libanos: card. Bassetti, “chiedo scusa ai fratelli d’Etiopia per la mancanza di rispetto che si ebbe per i loro padri”.
Bassetti chiede scusa "per la mancanza di rispetto che
si ebbe per i loro padri". Si può dire una cosa del genere, più che
futile? "Mancanza di rispetto" per una strage di 2000 cristiani (ma
erano copti!!) fatta dall'esercito fascista ma con il silenzio e la
sostanziale connivenza di tutte le gerarchie ecclesiastiche, molte delle
quali (per esempio il Card. Schuster) ritenevano che la conquista
dell'Etiopia servisse ad "evangelizzare" (chi? i cristiani copti!!).
Nella Chiesa italiana poco si sa di questa turpe vicenda. Ne ha scritto Andrea Riccardi sull'Avvenire
ma manca del tutto una iniziativa solenne e ben conosciuta da parte
dei vescovi di pentimento e di riconciliazione. Nell'ottantesimo della
strage (22 maggio 2017) i vescovi erano già riuniti nella loro assemblea
annuale. "Noi Siamo Chiesa" propose tre cose concrete. Leggile di
seguito all'intervento di Bassetti. I vescovi stettero
zitti. Intollerabile. Ora bastano queste "belle" parole di Bassetti
sulla "mancanza di rispetto"?
Leggi sul sito di Noi Siamo Chiesa altri interventi in merito.
Testo di Bassetti
SIR, 25 febbraio 2020 @ 19:05
“Oggi chiedo scusa ai fratelli dell’Etiopia per la mancanza di rispetto
che si ebbe per i loro padri”. Lo ha detto il card. Gualtiero Bassetti,
presidente della Conferenza episcopale italiana, in occasione della
presentazione del libro sulla strage in Etiopia compiuta dal regime
fascista nel 1937 a Debre Libanos. “Fu – ha aggiunto – una mobilitazione
del disprezzo e dell’odio contro gli etiopici, considerati nemici
dell’aspirazione italiana ad avere un impero coloniale. Come cristiano e
responsabile della Cei mi interroga molto”. Allora “qualche importante
prelato – ha evidenziato – dichiarò che sui campi di
battaglia sventolava il vessillo della croce di Cristo, quando gran
parte dell’Etiopia era già cristiana. La passione nazionalista negò
questa storia esaltando la guerra. Oggi appare impossibile nutrire certi
sentimenti. Ma bisogna stare attenti alle passioni nazionaliste che
possono accecare anche i buoni. La storia aiuta a leggere il presente.
Per un cristiano il bene del proprio Paese non è mai a scapito di altri
popoli”. Il card. Bassetti ha ricordato la sua infanzia nel dopoguerra e
come “nell’ambiente fiorentino spiccasse il sentimento
del cardinale Della Costa, considerato non patriottico dal regime, che
parlò di inutile strage. Il distaccato atteggiamento del cardinale era
in comunione con il Papa Pio XI che non voleva l’aggressione, guardato
da Mussolini con freddezza. Il Papa fu isolato, e in questo, sembra che
la storia si ripeta. I cattolici non videro la violenza e mi dispiace
per la mancanza profonda di spirito cristiano”. In conclusione, il
presidente della Cei ha affermato: “Queste pagine mi insegnano che non
bisogna essere pessimisti anche sulla Chiesa perché tanta strada è stata
fatta. Oggi i fratelli copti etiopici sono accolti nelle nostre chiese.
Da noi sono a casa loro”.
Le tre proposte di Noi Siamo Chiesa per un atto di pentimento concreto da parte della Chiesa italiana a partire dai suoi vertici
(Maggio 2017)
– Un primo atto, solenne e formale, di pentimento e di penitenza per le
responsabilità anche della Chiesa per il suo silenzio (o, a suo tempo,
addirittura per il consenso diretto o indiretto) per i fatti di Debré
Libanós;
– questo atto formale sia intrecciato, prima e dopo, da una adeguata e
diffusa informazione e presa di coscienza sui fatti e sulle
responsabilità che riguardano tutta la vicenda. Ciò deve avvenire
nelle parrocchie, nei seminari, nelle iniziative degli ordini religiosi,
su tutta la stampa cattolica e nel variegato mondo cattolico di base.
Non si potrà ignorare tutto il contesto relativo all’invasione
dell’Etiopia e ai tanti crimini che vi furono commessi dall’esercito
fascista;
– una Missione al massimo livello di riconoscimento del passato, di
pacificazione e di fratellanza della nostra Chiesa (con esponenti di
tutto il popolo cattolico) incontri ad Addis Abeba e a Debré Libanós la
Chiesa copta.
Questi “gesti concreti”, a nostro avviso, dovrebbero prendere l’avvio
durante l’assemblea di tutti i vescovi italiani che inizia lunedì 22
maggio 2017 in straordinaria coincidenza con l’esatto giorno
dell’ottantesimo anniversario della strage. Il silenzio dei vescovi
non sarebbe giustificato da quanti conoscono questa drammatica storia.
|