giovedì 19 marzo 2020

IL "GIOCO" DI TUTTA LA VITA: LA SCOMMESSA DELLA FEDE

Si avvicina la sera di questo giorno, di nuovo trascorso nelle nostre case. Vorrei questa sera parlare brevemente di un gioco che dura tutta la vita. 
Alle mie spalle, tra i libri che in tripla fila gemono nell’ombra, ci sono due testi per me ultra preziosi.
 Essi provengono dalla vita di quell’ebreo polacco che nacque a Varsavia nel 1907 e vagò per mezzo mondo dalla Lituania a Berlino a Francoforte dove doveva succedere  a Martin Buber. Il 10 ottobre 1938 quest'uomo fu arrestato dalla gestapo e deportato in Polonia. Di là  riuscì a evadere sei settimane prima dell’invasione tedesca della Polonia. Fuggito negli Usa, dove lavorò intensamente a scrivere della sua fede ebraica,  nel 1972, dopo lunghi anni di impegno, morì. 
Non ho la competenza necessaria per addentrarmi nella vita e nelle opere di Heschel.  Lo ricordo in prima linea tra gli oppositori della guerra Usa in Vietnam, quando ero anch'io giovane. I suoi libri, sui profeti specialmente, sono la testimonianza di una vita anch'essa profetica e il suo richiamo ai fratelli ebrei è rivolto affinché non cedano al pensiero razionalistico occidentale.  La fede, dice Heschel, è amica della ragione, ma è un’empatia con Dio irriducibile alla sola ragione. 
Ma io non voglio parlarvi tanto dei suoi libri.  A 50 anni dagli ultimi scritti, mi sembra bello ricordare due libri che rappresentano un po’ l'espressione complessiva della sua fede e già nei titoli esprimono quello che anche per me è la fede nel Dio di Abramo, nel Dio di Gesù. 
Ecco i due titoli: “Dio alla ricerca dell'uomo” che designa la prima parte del gioco della vita, ma la fede suscita la seconda parte del gioco “L'uomo alla ricerca di Dio”. 
Due titoli, due prospettive che si incontrano, e si richiamano a vicenda per una possibile fede matura. 
Si incontrano due appassionati amanti, potremmo dire: Dio alla ricerca dell'uomo e l'uomo che può appassionarsi alla ricerca di Dio. Ma, dice Heschel, per cercare Dio bisogna credere con tutti i battiti del cuore alla sua presenza, cercarla dove si è nascosta, pregare il suo mistero e accogliere le sue proposte di vita. 
A dirvi la verità questi due titoli sono per me la sintesi più profonda della mia vita e della mia fede: sentire e scoprire che sono, che siamo cercati e cercate da Dio vuol dire che siamo amati e abbiamo un nome, una storia, non siamo allo sbando, figli del caso.
 C'è un amore che ci accompagna sempre.  Questo amore che mi raggiunge mi fa amare la vita la mia, la nostra vita. L’uomo alla ricerca di Dio sono io che ho percepito di essere inserito in una relazione d'amore, e se con tutti i miei limiti i miei dubbi, le mie notti, le mie oscurità, le mie contraddizioni, continuo a cercare di mettere la mia vita nelle mani di Dio, ecco che cos'è il gioco: Dio che ci cerca e noi che impariamo a cercare una fede che fa vivere e fa di tutta la nostra vita una continua ricerca.
  Vorrei concludere con questo pensiero: se io cerco Dio non lascerò spazio agli idoli e il piccolo sentiero della vita quotidiana è il luogo primario in cui possiamo incontrare la sua presenza. 
Per caso, caro fratello, cara sorella, la nostra ricerca di Dio qualche volta non si è un po' spenta nel ritmo vertiginoso della vita?  Abbiamo pensato un po’ che Dio sia più un’idea che una relazione, un amore che ci cerca? 
 Io credo che sia bello ciò che ci dice il Salmo “Beati quelli che cercano Dio con tutto il cuore”. Voglio pensarlo stasera, vorrei fare della mia vita questa ricerca appassionata e, se cerco Dio, non potrò che trovare sul mio cammino altri itineranti, altri cercatori come me.
Ma, ricordate il gioco a guardie e ladri? Se vogliamo nasconderci e scappare, siamo liberi di farlo. Se cerchiamo Dio nell'alto dei cieli, ci dimentichiamo che tutto il gioco si compie nell'avventura concreta della vita. Non ci giungerà mai una telefonata divina. 
Sono le deliranti apparizioni mariane che ci depistano. Dio non sospende mai il gioco, continuerà a lasciarci liberi. L'appuntamento con il Suo amore è sempre dentro questa vita; la fede in Dio non è mai evasione dal reale. Non si può amare Dio prescindendo dalla vita che è il luogo della Sua presenza.
Buonasera e buonanotte  Franco Barbero
( Trascrizione del testo orale di martedì 17 marzo)