LETTERA ALLA COMUNITÀ N. 102- 2020.2
di don Fredo Olivero
di don Fredo Olivero
I DIRITTI UMANI NELLA CHIESA CATTOLICA
Una riflessione durata a lungo...e non conclusa
Qualche proposta per vivere secondo il Vangelo.
Nota: La chiesa cattolica sta vivendo uno dei suoi tempi migliori con Papa Francesco vescovo di Roma, ma quanto scritto, preparato prima del suo arrivo, concluso provvisoriamente dopo, vale anche dopo l'arrivo a sorpresa dalla fine del mondo del vescovo di Roma papa Francesco.
Il retaggio storico resta consolidato.
INTRODUZIONE
La base dei testi che riportano parole dei Vangeli (riferite a Gesù di Nazareth) sono Matteo 16,18, Luca 23,31-34, Giovanni 21,15-17 e parlano del compito di Pietro nei confronti delle comunità.
In base all'interpretazione ed al modo di attuare il servizio dell'unità delle chiese, le chiese si sono divise nei secoli fino alle guerre di religione. E ad intere stagioni di guerre.
Solo il concilio Vaticano II (1962-1965) ha cambiato lo stile del rapporto tra le chiese.
È probabile che il ruolo di Pietro sia stato rivisto anche in base a Luca 22,32: "E tu (Pietro) una volta ravveduto conferma i tuoi fratelli".
Oggi, però, nonostante l'arrivo a vescovo di Roma di Papa Francesco, la Città del Vaticano esprime una monarchia assoluta, spacciandola per "diritto divino" (ma questo nel Vangelo non c'è). Ci sono però altri suggerimenti evangelici di segno opposto: "Ordinò loro che, oltre il bastone, non prendessero nulla per il viaggio né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa, ma calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche" (Matteo 6,8-9).
1. PROBLEMA DEI DIRITTI UMANI
Il problema dei diritti umani ha relazione anche con la religione e con Dio e la chiesa cattolica affronta problemi con profondità, senza evitarli o fingere che non lo siano, soprattutto oggi con Papa Francesco.
Nessuna sua parola fa suppore che la chiesa cattolica, come "stato Città del Vaticano", non abbia aderito alla grande maggioranza dei trattati sui diritti umani. Invece purtroppo è così, fino ad oggi anche se vi è un cambiamento di tendenza.
Il problema diritti umani ha acquisito molta importanza dopo la seconda guerra mondiale e la crisi delle religioni è certamente collegata alla poca considerazione che la religione cattolica ha per questi, indebolendo la sua credibilità.
La religione cattolica ha molto insistito sui doveri, obblighi, divieti, accompagnandoli con minacce di castighi per il "peccato", soprattutto come offesa contro la divinità.
La religione richiede più l'osservanza di quanto impone la religione che la difesa dei diritti dei cittadini. Ma i diritti devono poter essere fatti valere: non basta riconoscerli a parole, nei discorsi. Non sono i benefici ottenuti dalla "bontà" del governante (questi sono concessioni, beneficienze).
Fino a che punto la religione cattolica può concedere i diritti ai suoi membri? Se la religione agisce in nome di Dio, chi può pretenderlo che rinunci?
Ogni religione ha poi un suo aspetto sociale e, normalmente, è anche una istituzione pubblica. Quella cattolica, poi, è anche uno stato (Città del Vaticano) ed il capo religioso è anche capo di stato, quindi dobbiamo parlare di diritti civili in senso stretto.
I diritti umani provengono dalla cultura cristiana, però non sono creati concretamente né dalla teologia né dai documenti ufficiali della chiesa, ma dalla cultura laica.
Questo mette in evidenza l'ambiguità che la chiesa vive in se stessa, in quanto è organizzata come monarchia assoluta.
Giovanni XXIII cominciò ad affrontare i diritti umani, ma ignorò la dichiarazione del 1948 (Dichiarazione Universale dei diritti umani). Praticò l'amore universale, la generosità eroica, ma mancò di "rispetto" a molte persone (atei, comunisti, omosessuali, divorziati, donne...) ed al diritto di libertà delle persone di esprimersi all'interno della chiesa.
Questo porta ad un rifiuto viscerale: la gente non vuole la "carità", ma esige i diritti.
Molti cattolici sanno che vi è un codice di diritto canonico, ma pochi conoscono che non vi è luogo per reclamare i propri diritti, perché tutti sono sottoposti al placet del capo della chiesa. La "sottomissione" è la base del diritto canonico. Non si può rispettare la chiesa (che dice di parlare in nome di Dio) e tacere davanti a fatti che la riguardano ed avvengono al suo interno. Gesù non ha taciuto davanti al potere, né religioso, né civile.
Non difendere i diritti umani è allontanarsi dalla gente e dal vangelo.
(continua)