Il punto di partenza di questa riflessione
potrebbe essere espresso così: "non se ne può più".
Dagli sproloqui di
Radio Maria o di chi parla dell'apocalittico giudizio di Dio su
questa società perversa e pervertita ai mille appelli alla recita
del rosario come evocazione salvifica alla vergine dei miracoli, fino
alla stupefacente uscita del Papa che chiede a Dio di fermare e bloccare l'epidemia con "la sua mano", davvero non se ne può più.
Non
parliamo poi di chi, mettendo in rete preghiere, confonde Dio, Gesù, la
madonna, i santi…. Davvero non se ne può più.
La mia fede per quanto
poca essa sia, non può sopportare queste mistificazioni, queste magie, questa religione che spegne la fede e la rende ridicola.
La fede è
un’esperienza piena di dignità e vederla così banalizzata davvero
mi fa soffrire, mi fa soffrire molto, perché nella chiesa abbiamo
bisogno di persone adulte e non di ripetitori di ave Marie e di
litanie. Dobbiamo uscire da questa religiosità dogmatica e magica, popolata di santi, madonne reliquie, coroncine, statue, candeline, a non finire, per avviarci ad una fede dicibile
dignitosamente nelle categorie culturali del nostro tempo.
Le scienze e i linguaggi hanno compiuto dei passi da gigante e noi dobbiamo
prendere sul serio la contemporaneità del sapere e del vivere umano.
Se gli stessi pastori nella chiesa non fanno che sollecitare ad una
religiosità medioevale, tradiscono la loro missione che consiste
nell’annunciare la buona novella di un Dio che ci chiama a vivere
il nostro tempo, ad amarlo, ad assumerci la responsabilità delle gioie
da fruire e degli impegni da assumere.
Le strade della vita sono
quelle in cui Dio ci compare come il mistero di amore. Il Dio
parafulmine non ha in comune nulla con il Dio che cammina con noi per
stimolarci alla responsabilità e alla fiducia.
Ma non credo che la
mia riflessione possa fermarsi al giusto e doveroso livello di questa
denuncia. A me sempre, sempre preme costruire in noi riflessioni e
pratiche propositive, in un atteggiamento in cui sia sempre in primo
piano il rispetto di quei milioni di persone oneste, ma spesso
intrappolate da un percorso catechistico dottrinario. Dunque la mia
proposta è questa ed è concreta: usiamo questo periodo casalingo come una
opportunità per approfondire l’abc del vocabolario della nostra
fede. Con un pizzico di stupore ci accorgeremo che forse abbiamo
continuato a dire parole senza significato e a compiere riti poco
espressivi. Certamente tanti dubbi ci sono sorti di fronte ad alcuni
dogmi, ad alcune celebrazioni, ad alcuni linguaggi come "Gesù morto per
i nostri peccati" oppure l'eucarestia in cui "si mangerebbe il Cristo
vivo per noi e morto per noi". Forse abbiamo accantonate o rimosse alcune domande; forse abbiamo fatti tacere o rinviati a tempi indeterminati certi dubbi.
Forse dobbiamo ancora fare nostra
la voglia, il bisogno radicale di conoscere, di approfondire, di non
ripetere parole senza senso.
Può essere giunto il tempo, un tempo fecondo, di dare voce ai nostri interrogativi e, in assenza di
momenti comunitari ben strutturati, decidere di documentarci
personalmente.
Gli strumenti per chi vuole non mancano. In tal caso un
po' di fiducia in noi stessi e noi stesse non ci fa male e ci
permette di dedicare un po' di tempo a qualche lettura valida ed
accessibile davvero alla portata di tutti.
Consiglierei di partire con
la lettura di due piccoli libri del biblista cattolico Ortensio da
Spinetoli: " Il fardello inutile" e "La prepotenza delle religioni" ambedue
editi dalle Edizioni Chiarelettere.
La lettura ha una funzione liberatrice: apre orizzonti, solleva
interrogativi, ci fa esperimentare la gioia della conoscenza, dell'apprendimento di cose nuove, riconduce la nostra fede al centro, al cuore del messaggio affascinante e impegnativo di Gesù.
Ci libera
da tante credenze e superstizioni, ci documenta anche come sono stati
costruiti i dogmi e come lasciarli cadere senza per nulla compromettere
un pezzettino della nostra fede.
La nostra fede diventa più viva
liberante e impegnativa, ma quando lascia i ceppi catechistici e
devozionali che l'hanno appesantita e radicalizzata ha bisogno di
nutrimento.
Mi permettete un'espressione che mi esce impetuosamente
dal cuore.
La trovo così pregnante: "Dio è bello". Purtroppo è molta parte della tradizione cristiana che ha bruttificato Dio rendendolo triste e minaccioso. Del Dio dell'amore abbiamo fatto una caricatura, una ideologia, una teologia mistificante, una presenza estranea e nemica. Io voglio cercarti nel lungo viale della
vita e sapere che tu parli di più ai nostri cuori quando lasciamo
cadere gli orpelli inutili che il potere ecclesiastico ha deposto nel
catechismo per lasciare nell’infanzia e nell’obbedienza una fede
che invece ha bisogno di adultità e di libertà.
La lettura biblica, compiuta con strumenti adeguati, è la via maestra per uscire dalle prigioni di un deismo astratto. Ma dove sono i pastori, i teologi, i catechisti.. che si dedicano con competenza e passione a questo servizio comunitario?
Buonasera
e buonanotte
Franco Barbero(Trasposizione scritta del messaggio orale del giorno 19 marzo a cura di Franca Gonella).