giovedì 12 marzo 2020

UN PO' DI ESEGESI BIBLICA....

Per andare oltre una lettura fondamentalista
Ecco il testo della seconda lettura che verrà proclamata nella celebrazione eucaristica di domenica 15 marzo

"1 Giustificati dunque per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. 2Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l'accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio. 5La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
6Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. 7Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. 8Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi".  Paolo ai Romani 5, 1-8

Se una persona, attenta al senso delle parole, ascoltasse questi versetti  senza una precisa contestualizzazione ed interpretazione, avrebbe più di un motivo per scappare dalla chiesa, sconcertata e scandalizzata.
Purtroppo troppi cristiani  ascoltano la Bibbia  letta in chiesa e, se uno leggesse: "l'asino vola via", essi risponderebbero: "Parola di Dio"....
Questo brano, nei versetti 1-2 e 6 e 8, è la testimonianza di Paolo che, nelle Scritture cristiane, è uno dei fautori  della teologia dell'espiazione che trova spazio anche in altri passi della Bibbia ebraica. 
Si tratta di un paradigma culturale arcaico tipico delle religioni antiche.  Secondo il testo paolino,  "noi siamo salvi perché Cristo è morto per noi e noi siamo in pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo". Oggi prendere alla lettera queste parole significa pensare ad un Dio che è in pace con noi perché Gesù ha espiato i nostri peccati. Il Dio in cui noi crediamo non può essere definito come un Dio che vuole l'espiazione.
Ma questa "bestemmia" viene ripetuta quasi ogni domenica dall'altare da pastori che non sanno collocare un testo  nel suo contesto culturale e religioso  del tempo e di un singolo Autore. 
Qualcuno forse  avrà concluso dall'alto questa lettura con il solito "Parola di Dio". C'è da inorridire. 
Ma io ho voluto consultare il dossier "Servizio della Parola", che si presenta come uno strumento aggiornato a servizio dei presbiteri per fornire loro conoscenze esegetiche. Ebbene, a pagina 106-107 del numero 515, si legge che "liberato dal peccato, per mezzo del sangue di Cristo, l'uomo torna in relazione con Dio" ed "E' per mezzo del suo sangue che tutti gli uomini sono stati giustificati".
Non credevo ai miei occhi. Si continua a diffondere una teologia  blasfema, una pura barbarie. Noi siamo  in pace con Dio esclusivamente per il Suo amore  gratuito e ciò vale per tutto il creato. 
Purtroppo si continua a presentare un Dio famelico del sangue di Gesù. Si continua a tradire la verità storica. Infatti Gesù è stato messo a morte dal potere romano e dai suoi alleati che non potevano sopportare la sua testimonianza di vita e il suo messaggio. 
E' blasfemo fare di Dio colui che ha progettato e voluto la morte di Gesù. Questo Dio della espiazione non ha nessuna parentela con il Dio di cui Gesù ci ha dato testimonianza.
E allora, come la mettiamo con le parole di Paolo? Occorre situarci nel suo tempo e nelle categorie culturali che circolavano in ampi settori di tutte le religioni antiche. 
Paolo tenta di esprimere, da appassionato discepolo del nazareno, all'interno di una particolare cultura ebraica, quale grande dono Dio abbia  fatto all'umanità con la vita e il messaggio di Gesù. Paolo dice con parole sue questa "meraviglia dell'opera di Dio", ma è prigioniero di un linguaggio allora assai comune , ma per noi oggi irricevibile. Inoltre Paolo, da polemista enfatico, si scaglia contro quei giudeo-cristiani che, a suo avviso, non avevano recepito completamente l'importanza del messaggio di Gesù. Che avesse ragione lui in questa polemica, resta tutto da vedere. 
In ogni caso, come qui diventa evidente,  la Bibbia non è mai "Parola di Dio" come se  ascoltassimo Dio in diretta. La Bibbia è sempre parola umana, di persone che cercano di parlarci della loro fede in Dio, ma lo fanno con le parole, i limiti e le storture del loro linguaggio.
E Paolo, scrivendo alla "comunità" di Roma, non fa eccezione .
Non butteremo via questo enfatico testo paolino, ma oggi il nostro orizzonte di fede si è liberato dai ceppi culturali della ideologia dell'espiazione e anche dalla concezione esclusivista  perché Dio ama tutte le creature anche e oltre il sentiero cristiano. Dio è un mistero di amore che supera ogni religione.
Franco Barbero