mercoledì 11 marzo 2020

UNA LETTERA CHE ARRIVA DAL MEDIOEVO

L'arcivescovo di Torino e Susa ha inviato in questi giorni una lettera "in sostegno ai fedeli e al clero in questo tempo difficile".
Monsignor Nosiglia ricorda il dovere di attenersi alle regole stabilite dalle autorità nazionali e regionali per evitare il contagio  del coronavirus.
Fin qua tutto fila liscio, ma poi arriva il predicozzo religioso. Tutti i suggerimenti che riguardano la preghiera sono finalizzati alla "comune intenzione particolare  della liberazione del male del coronavirus". 
Il paradigma della preghiera come richiesta  della grazia trova nella lettera l'espressione  mariolatrica più sconcertante per chi sa che nella preghiera non ci si prefigge di ottenere guarigioni o miracoli, ma si chiede a Dio di avere la forza di affrontare  le difficoltà della vita. Per Nosiglia, non c'è verso di andare oltre la "religione parafulmine" e oltre "la madonna delle grazie".....
Cito testualmente le parole dell'arcivescovo: "Invito tutti i santuari, i monasteri e le comunità religiose, i centri di spiritualità, ad intensificare la preghiera che quotidianamente rivolgono al Signore con una speciale richiesta di supplica e di intercessione della Beata Vergine Maria per impetrare la grazia di liberarci da questo male che ci affligge. L'intercessione della Vergine Maria Santissima Consolata, patrona della diocesi di Torino e della Madonna del Rocciamelone, patrona della diocesi di Susa, dia conforto e speranza per i malati e le loro famiglie, sostenga il compito dei medici e del personale sanitario impegnato in prezioso servizio, e doni a tutta la popolazione la volontà di camminare uniti e insieme sulla via dell'accoglienza delle disposizioni indicate in modo da favorire il massimo di condivisione e di solidarietà. Anche in questo caso, non potendo essere presenti fisicamente alla preghiera, si potrà invitare i fedeli a unirsi da casa con la preghiera personale o familiare del santo rosario. Io stesso ogni sera alle 17 reciterò il Rosario e la preghiera da me predisposta  per questa circostanza".
Il popolo di Dio merita pastori diversi, che sappiano assumere le istanze di un vero rinnovamento evangelico. Siamo sazi di rosari e di madonne e di patrone : la nostra fede ha bisogno di attingere alle fonti vive della Bibbia.
A me sembra desolante: si gioca con la fede dei semplici, guidandoli verso forme di religiosità superstiziosa e si deforma la fede e la vita di Maria di Nazareth.
Franco Barbero