domenica 29 marzo 2020

UNA RIFLESSIONE SULLA LETTURA DI OGGI: GIOVANNI 11,1-45


La “resurrezione” di Lazzaro.
Ecco un altro testo tratto dai Vangeli seguiti all'esistenza di Gesù molto noto, pur se probabilmente, altrettanto frainteso o, perlomeno interpretato in maniera riduttiva.
Infatti è facile leggere questo racconto e pensare di avere di fronte la testimonianza di un evento miracoloso, reso possibile da un intervento soprannaturale reso possibile da Gesù, per via della sua particolare investitura da parte di Dio.
Al contrario, credo sia necessaria una comprensione ben diversa e che rinvia al nostro modo di pensare alla resurrezione.
Non siamo di fronte a un racconto di fatti avvenuti, ci troviamo invece a dover maneggiare,intendere,una narrazione espressa nel linguaggio tipico del luogo e del tempo a cui si riferisce.
Ne consegue che il codice interpretativo sarà adeguato per quel tempo e quella cultura.
Proviamo noi a comprendere ,oggi, questo brano: viviamo giorni in cui episodi di morte, di dolore, di malattia sono ricorrenti, per cui abbiamo davvvero bisogno di saper pensare ad una rinascita , ad un superamento dell'angoscia seguente la sola morte.
Gesù , non si limita a constatare il dolore seguito a un evento...invita invece ad andare oltre allo stesso. 
Ad attraversarlo,  a superare anche l'evidenza che vorrebbe esclusivamente prender atto dell'evento avvenuto.
Tutte le figure che vengono descritte nel testo condividono la rassegnazione per il fatto che non si è potuto superare l’evento della morte di Lazzaro. Invece,il raccconto invita ad andare oltre.
Bisogna proprio superare i convincimenti radicati, saper andare al di là della consuetudine, esser pronti ad accettare.
Bisogna esser disponibili a cambiare registro interpretativo per gli eventi; non bisogna cercare Lazzaro tra i morti… QUESTE PAROLE,senza dubbio, potranno apparire come una forzatura nell’interpretazione, invece vanno verso una comprensione del testo al di là del miracoloso. Se non usciamo da questa interpretazione il vangelo, gran parte delle sue narrazioni perdono efficacia: non possiamo leggerlo come una cronaca.
Dobbiamo cercare un messaggio di speranza, una testimonianza resa da un personaggio che nella sua esistenza ha invitato costantemente a superare la morte.
Quanti episodi di resurrezione si trovano nelle pagine dei vangeli, prima di arrivare alla resurrezione di Gesù.
Si potrebbe dire che i Vangeli sono permeati da episodi di resurrezione: il che,deve farci pensare che il”sale” cristiano deve essere quello di un apertura alla novità di un fatto inspiegabile come una resurrezione. Bisogna però disporsi verso la morte in maniera differente:questa non ha l’ultima parola, allo stesso modo di come Marta, Maria, i discepoli : hanno dovuto leggere e comprendere quanto stava succedendo in maniera diversa dai loro schemi. e novità…
Walter Primo