giovedì 12 marzo 2020

UNA SENTENZA INGIUSTIFICATA

il 25 febbraio è stato condannato a 10 anni di carcere Gui Minhai,uno dei librai di Hong Kong che vendevano libri satirici sui leader del partito comunista cinese e che nel 2015 erano stati arrestati dalla polizia di Pechino e processati. 
Secondo il tribunale Gui, che ha la cittadinanza svedese, avrebbe ceduto informazione segreti a paesi stranieri. "Il caso è molto controverso perché riguarda non solo i diritti dei cittadini stranieri in Cina, ma anche loro prelievo forzato e l'incriminazione da parte delle autorità cinesi" scrive il quotidiano di Hong Kong  South China Morning Post "nel 2015 era stato prelevato mentre si trovava in Thailandia e portato in Cina. 
Una volta scarcerato, nel 2017 era stato arrestato di nuovo mentre era con alcuni diplomatici svedesi. La sentenza di colpevolezza non spiega le motivazioni. La giustizia cinese lascia ancora molto a desiderare. Oltre alla trasparenza Pechino dovrebbe dimostrare il suo impegno verso lo stato di diritto. 

Internazionale 28 febbraio