il
25 febbraio è stato condannato a 10 anni di carcere Gui Minhai,uno dei
librai di Hong Kong che vendevano libri satirici sui leader del partito
comunista cinese e che nel 2015 erano stati arrestati dalla polizia di
Pechino e processati.
Secondo il tribunale Gui, che ha la cittadinanza
svedese, avrebbe ceduto informazione segreti a paesi stranieri. "Il caso
è molto controverso perché riguarda non solo i diritti dei cittadini
stranieri in Cina, ma anche loro prelievo forzato e l'incriminazione da
parte delle autorità cinesi" scrive il quotidiano di Hong Kong South
China Morning Post "nel 2015 era stato prelevato mentre si trovava in
Thailandia e portato in Cina.
Una volta scarcerato, nel 2017 era stato
arrestato di nuovo mentre era con alcuni diplomatici svedesi. La
sentenza di colpevolezza non spiega le motivazioni. La giustizia cinese
lascia ancora molto a desiderare. Oltre alla trasparenza Pechino
dovrebbe dimostrare il suo impegno verso lo stato di diritto.
Internazionale 28 febbraio