mercoledì 8 aprile 2020

I SENZA TETTO DOPPIAMENTE ABBANDONATI

Il dramma dei contagi tra i senzatetto "Nei dormitori non c'è più sicurezza"
Le cooperative scrivono al prefetto e alla sindaca: "Con il personale malato, rischiamo di dover chiudere"

Bernardo Basilici Menini

Le case di ospitalità notturna non sono più in grado di poter garantire la sicurezza e la salute degli ospiti e degli operatori». Ecco un passaggio della lettere mandata dai presidenti di Confcooperative Piemonte e Legacoop Piemonte, Gianni Gallo e Giancarlo Gonnella, al governatore Cirio, alla sindaca Appendino e al prefetto Palomba. 
Parlano dei dormitori per i senza fissa dimora e il testo che hanno inviato sembra una corrispondenza dal fronte. «Diverse persone accolte sono state dichiarate positive ai test Covid-19 e diversi operatori sono ammalati e in cura» spiegano. La situazione è così grave che parlano di focolai dentro le strutture. Gallo racconta una «situazione esplosiva. In tanti hanno preso il virus e le complicazioni sono arrivate a catena. E poi c'è paura, con il risultato che diverse persone si sono rifiutate di uscire dai dormitori». Le ragioni del problema sono facili da immaginare. Parliamo di ambienti dove le persone non riescono a mantenere le distanze malgrado i letti siano separati, dove la capacità di rispettare le regole è ancora più bassa del normale. E poi gli ospiti non hanno nessuna possibilità di chiudersi in una casa per una possibile quarantena.Così, se il virus è arrivato da fuori, ha cominciato a diffondersi dentro. E alla fine sono rimasti contagiati anche gli operatori «con il risultato che sarà sempre più difficile tenere aperte le strutture, perché chi dovrebbe farlo sarà in quarantena» continua Gallo. La situazione sarebbe simile in quasi tutti i dormitori della città. 
Ma in alcuni le cose vanno peggio che in altre. Per esempio, dalle parti di via Reiss Romoli, dove sono già impegnati Protezione civile, Cri e polizia municipale. 
Cinzia Policastro, presidente della cooperativa che lo gestisce, è preoccupata. «Quattro ospiti sono già in ospedale. Altri tre sono in attesa di tampone, ma immaginiamo già di sapere quale sarà l'esito» spiega. La struttura è arrivata al capolinea: «Delle nove persone che ci lavoravano, sette erano già ferme tra positivi e precauzioni. Dopo stanotte (ieri, ndr) credo arriveremo a zero». Eppure le precauzioni vengono prese: mascherine, guanti, pulizia, febbre che viene misurata a tutti ogni sera. «Ma non siamo una struttura sanitaria. Non abbiamo i mezzi per gestirla» . 
Domani il vertice tra Unità di crisi, Prefettura e Comune, coordinato dall'ex pm Antonio Rinaudo. L'obiettivo è quello di trovare strutture idonee per ospitare i senza dimora, e i contatti sono in corso. «Bisogna sottoporre al tampone tutti gli operatori e gli ospiti, immediatamente - commenta il consigliere regionale di Leu, Marco Grimaldi - E occorre, subito, trovare sistemazioni idonee». 

La Stampa 5/4