sabato 4 aprile 2020

QUANDO SI CAMMINA SULLE ACQUE



Ed eccoci al nostro appuntamento.
Vi invio un caro saluto e nello stesso tempo vi invito ad aprire la Bibbia al Vangelo di Matteo che è quello che consigliamo di leggere in questa settimana. Al capitolo 14 troviamo nei versetti dal 22 al 33 un brano notissimo: Gesù cammina sulle acque. 
 Evidentemente ci troviamo di fronte non ad una cronaca ma a un racconto di miracolo che peraltro è riferito in modo diverso anche da Marco 6 e da Giovanni 6.
Non si tratta di cronache ma ad un racconto di miracolo.
Che cosa bisogna cercare in un racconto di miracolo? Bisogna cercare il significato che questa costruzione letteraria può avere avuto per la comunità di Matteo e che può avere anche per noi oggi. Racconti di miracolo come questo esistono a centinaia nell'antichità. La letteratura antica, narra spesso di salvataggi tra le onde del mare.
Celebre nella vita di Apollonio di Tiana, vissuto e morto verso l’ottanta dopo Cristo negli anni della composizione o poco prima del Vangelo di Matteo, il quale quando guidava l'imbarcazione garantiva la salvezza a tutti.
Anche nel libro degli Atti al capitolo 27 ritroviamo il grande salvataggio operato specialmente da Paolo di tutta l'imbarcazione presa alle strette dalle onde dal vento dalla tempesta. Quindi questi sono racconti e non serve cercare dietro ad ogni racconto di miracolo un fatto: serve invece cercare e trovare un significato e questo è molto evidente nel racconto di Matteo. Qui si vuole mettere in evidenza un messaggio preciso: se ti fidi di un maestro, un maestro come Gesù, nessuna navigazione è impossibile. E' vero che la vita è una navigazione, ma ci sarà una sponda e tu ci arriverai.
Anche Pietro che qui, in Matteo a differenza degli altri evangelisti è il coprotagonista della scena, vive il dubbio, l’esitazione, la confusione, lo smarrimento, la paura. Tutto questo fa parte di una navigazione.
Matteo con grande capacità espressiva, usa l'attraversamento del mare come metafora della sequela di Gesù. Le onde sono impetuose, il vento contrario e l'imbarcazione fragile, instabile. Questa è l l'esperienza della comunità per la quale Matteo scrive e c'è un particolare che solo Matteo mette in risalto. Pietro, l'apostolo dell’entusiasmo quello che aderisce con tutto il cuore all’invito di Gesù è quello che vacilla e rischia di affondare. 
 Qui l’evangelista diventa veramente, più che un narratore, un pittore. Eccolo Pietro: si butta avendo riconosciuto che a poca distanza dalla barca compare Gesù, ma dopo pochi passi sulle acque, esitante, Pietro si accorge che sta per affondare e che cosa fa? E' il meraviglioso versetto 30. Pietro si agita si dimena, ma getta le mani e tutto se stesso gridando aiuto, salvami. E' l’incontro delle mani che salva dal naufragio. In questo verso è condensata la realtà dell’esperienza comunitaria.
Gesù ci insegna a darci la mano. Qui al centro è la mano di Gesù che poi richiama alla fede, non solo in lui ma in Dio, ma l’avventura della vita e della fede, come esperimenta chi davvero compie un cammino comunitario, sta in questo darci la mano, imparare che le relazioni sono un darci la mano: mani diverse, ma tutte preziose.
E'in questo darci la mano nei mille modi che l'esperienza ci mette sulla strada, che diventiamo davvero fratelli e sorelle. Diciamolo, riconosciamolo: abbiamo tutti e tutte tanto bisogno di mani che sorreggano, di mani che rialzino, di mani che a volte ci strattonino un po' quando dormiamo i sonni dell'indifferenza, di mani che ci accarezzino.
Sono queste mani che ci fanno pensare e scoprire la mano di Dio, le mani di quel Dio che ci accompagna.
Fratello e sorella grazie della tua mano forte, calda, giovane o vecchia. Grazie, o Dio, per il dono delle mani che ci sono date per collaborare e non per competere e quando occorre, o Dio, aiutaci anche a sporcarci le mani, a mettere cuore ed energie per fare qualcosa di buono nei giorni che ci sono dati.
Viva le nostre mani, mettiamo le mani, mettiamo tutto il cuore nell'avventura della vita e della fede.
Buonasera e buonanotte Ciao
Franco Barbero
(Trasposizione della conversazione del 2 aprile a cura di Franca Gonella e Fiorentina Charrier)