Domenica
delle palme (5 aprile)
Anche
oggi domenica delle palme voglio far giungere un piccolo breve
messaggio. Di questa festa abbiamo qualche piccolo accenno a partire
dal terzo secolo, ma la domenica delle palme così chiamata si
diffuse nel medioevo in cui si organizzava una solenne processione
che dalle chiese periferiche convergeva verso la cattedrale in onore
di Gesù e del suo “ingresso” trionfale a Gerusalemme.
Nacque
poi la cosiddetta benedizione delle palme sempre in questa tonalità
di gloria: anzi il Gesù glorioso negli anni delle diatribe
teologiche e delle controversie fu portato in giro nelle città per
dire che Gesù trionfava, era il vittorioso sugli eretici e sui
dissenzienti. Il fatto che ricordiamo ha alle spalle un episodio
vero, cioè l'ingresso di Gesù a Gerusalemme.
Gesù,
pur sapendo che le autorità romane erano assolutamente ostili e che
non godeva della simpatia delle classi sacerdotali, da pio ebreo non
poteva tralasciare la visita a Gerusalemme per la Pasqua e conosceva
il tempio e forse secondo la narrazione dei Vangeli che su questo
particolare sono discordi, andò più e più volte a Gerusalemme. Nei
Vangeli ci troviamo davanti a una descrizione di un ingresso quasi
trionfale. Le cose non poterono essere così perché le autorità
romane avrebbero tenuto sotto controllo specialmente nei giorni
pasquali qualunque presenza di un sovversivo.
I
Vangeli stessi cedono alla tentazione della gloria, alla tentazione
del trionfo e descrivono un Gesù osannato da una folla. E' chiaro
che questa è la ricostruzione affettiva, fatta dagli evangelisti,
ma non risponde al dato storico come gli studiosi ci ricordano. Al
capitolo 21 Matteo Gesù, fatto veramente significativo, entra a
Gerusalemme sulla schiena di un’asina che ha vicino un asinello.
Bellissima la descrizione: “ ecco viene il tuo re mite, seduto su
un‘asina, con un puledro figlio di bestia da soma”. Qui gli
evangelisti ripetono versetti dal profeta Isaia 62 e Zaccaria.
L'insegnamento prezioso: Gesù non entra in Gerusalemme seduto sul
destriero dei ricchi e dei potenti, su un carro da governante ma
sulla cavalcatura dei padri di Israele, l'asino; egli entra su un'
asina con un puledro figlio di bestia da soma. Qui gli evangelisti
usano significati parole diverse, ma lo stile il significato è
questo: Gesù è totalmente estraneo alle modalità dei potenti e
questo ingresso nel suo stile umile caratterizza tutti i suoi
comportamenti dai primi passi della Galilea fino a Gerusalemme. Egli
è il testimone del Regno di Dio, l'esatto opposto del regno dei re,
che sono quelli che vengono incoronati dalla potenza romana.
Le
nostre chiese non dimentichino questo insegnamento: il Vangelo non si
annuncia con strumenti di potere, con l'imposizione, non si annuncia
nel trionfo, ma sempre nella umiltà, nella modestia, nella proposta
con strumenti semplici.
Ebbene,
se noi leggiamo che anche i Vangeli hanno ceduto alla tentazione di
rivestire un fatto semplice con i colori della gloria, ci rendiamo
conto che la tentazione della gloria e della spettacolarità tante
volte fa capolino nelle nostre chiese. La mondovisione della Sindone
di Torino, gabbata come il sudario di Gesù Cristo, non è un segnale
inquitante di spettacolarizzazione in cui si sono trovate convergenti
la curia, il comune e la regione?
Siamo
alla confusione totale: il giorno 5 aprile la Repubblica riportava la
fotografia di un cardinale inginocchiato davanti alla Sindone.
Riandiamo
al Vangelo di Gesù. Egli entra in Gerusalemme con quella semplicità
che abbiamo appena ricordato e con quel coraggio profetico che
causerà la reazione definitiva del potere politico romano e la
complicità della casta sacerdotale.
Gesù
annuncia il suo messaggio nella debolezza, perché sa che Dio fa
crescere il seme anche anche dove lo seminiamo con le nostre deboli
mani.
Cari
amici e amiche, vi auguro di entrare in questo cammino di Gesù
lasciando cadere tutto ciò che appartiene alla spettacolarizzazione
e al devozionalismo. La religione dell'immagine sovente porta lontano
dal messaggio del Vangelo e mette a tacere la profezia. Quando i
potenti organizzano lo spettacolo, la profezia abita altrove.
Buona
serata a tutti e a tutte
Franco
Barbero
((Trascrizione
dalla conversazione del 5 aprile a cura di Franca Gonella e
Fiorentina Charrier)