sabato 11 aprile 2020

STILE EVANGELICO O STILE MONDANO?


Domenica delle palme (5 aprile)

Anche oggi domenica delle palme voglio far giungere un piccolo breve messaggio. Di questa festa abbiamo qualche piccolo accenno a partire dal terzo secolo, ma la domenica delle palme così chiamata si diffuse nel medioevo in cui si organizzava una solenne processione che dalle chiese periferiche convergeva verso la cattedrale in onore di Gesù e del suo “ingresso” trionfale a Gerusalemme.
Nacque poi la cosiddetta benedizione delle palme sempre in questa tonalità di gloria: anzi il Gesù glorioso negli anni delle diatribe teologiche e delle controversie fu portato in giro nelle città per dire che Gesù trionfava, era il vittorioso sugli eretici e sui dissenzienti. Il fatto che ricordiamo ha alle spalle un episodio vero, cioè l'ingresso di Gesù a Gerusalemme.
Gesù, pur sapendo che le autorità romane erano assolutamente ostili e che non godeva della simpatia delle classi sacerdotali, da pio ebreo non poteva tralasciare la visita a Gerusalemme per la Pasqua e conosceva il tempio e forse secondo la narrazione dei Vangeli che su questo particolare sono discordi, andò più e più volte a Gerusalemme. Nei Vangeli ci troviamo davanti a una descrizione di un ingresso quasi trionfale. Le cose non poterono essere così perché le autorità romane avrebbero tenuto sotto controllo specialmente nei giorni pasquali qualunque presenza di un sovversivo.
I Vangeli stessi cedono alla tentazione della gloria, alla tentazione del trionfo e descrivono un Gesù osannato da una folla. E' chiaro che questa è la ricostruzione affettiva, fatta dagli evangelisti, ma non risponde al dato storico come gli studiosi ci ricordano. Al capitolo 21 Matteo Gesù, fatto veramente significativo, entra a Gerusalemme sulla schiena di un’asina che ha vicino un asinello. Bellissima la descrizione: “ ecco viene il tuo re mite, seduto su un‘asina, con un puledro figlio di bestia da soma”. Qui gli evangelisti ripetono versetti dal profeta Isaia 62 e Zaccaria. L'insegnamento prezioso: Gesù non entra in Gerusalemme seduto sul destriero dei ricchi e dei potenti, su un carro da governante ma sulla cavalcatura dei padri di Israele, l'asino; egli entra su un' asina con un puledro figlio di bestia da soma. Qui gli evangelisti usano significati parole diverse, ma lo stile il significato è questo: Gesù è totalmente estraneo alle modalità dei potenti e questo ingresso nel suo stile umile caratterizza tutti i suoi comportamenti dai primi passi della Galilea fino a Gerusalemme. Egli è il testimone del Regno di Dio, l'esatto opposto del regno dei re, che sono quelli che vengono incoronati dalla potenza romana.
Le nostre chiese non dimentichino questo insegnamento: il Vangelo non si annuncia con strumenti di potere, con l'imposizione, non si annuncia nel trionfo, ma sempre nella umiltà, nella modestia, nella proposta con strumenti semplici.
Ebbene, se noi leggiamo che anche i Vangeli hanno ceduto alla tentazione di rivestire un fatto semplice con i colori della gloria, ci rendiamo conto che la tentazione della gloria e della spettacolarità tante volte fa capolino nelle nostre chiese. La mondovisione della Sindone di Torino, gabbata come il sudario di Gesù Cristo, non è un segnale inquitante di spettacolarizzazione in cui si sono trovate convergenti la curia, il comune e la regione?
Siamo alla confusione totale: il giorno 5 aprile la Repubblica riportava la fotografia di un cardinale inginocchiato davanti alla Sindone.
Riandiamo al Vangelo di Gesù. Egli entra in Gerusalemme con quella semplicità che abbiamo appena ricordato e con quel coraggio profetico che causerà la reazione definitiva del potere politico romano e la complicità della casta sacerdotale.
Gesù annuncia il suo messaggio nella debolezza, perché sa che Dio fa crescere il seme anche anche dove lo seminiamo con le nostre deboli mani.
Cari amici e amiche, vi auguro di entrare in questo cammino di Gesù lasciando cadere tutto ciò che appartiene alla spettacolarizzazione e al devozionalismo. La religione dell'immagine sovente porta lontano dal messaggio del Vangelo e mette a tacere la profezia. Quando i potenti organizzano lo spettacolo, la profezia abita altrove.
Buona serata a tutti e a tutte
Franco Barbero
((Trascrizione dalla conversazione del 5 aprile a cura di Franca Gonella e Fiorentina Charrier)