Un
caro saluto a ciascuna e ciascuno di voi.
Siamo
nel mese di maggio e oggi nel calendario liturgico cattolico figura
la devozione alla vergine di Pompei con la solenne supplica alla
madonna del rosario soprattutto in ricordo della vittoria delle
truppe cristiane che sterminarono i musulmani nella battaglia navale
del 1571 a Lepanto.
Intanto
vedete che partiamo bene ed è sempre interessante partire dalla
storia per scoprire dove si passa dalla fede alla superstizione. Una
madonna dei miracoli, dei trionfi, soprattutto del trionfo della
chiesa.
Oggi
per essere veramente consapevole delle cose che vi dico, ho letto
l'intera supplica già emendata qualche decennio fa per il suo
delirio devozionalistico.
Andiamo
alla storia.
Un
certo Bartolo Longo, un uomo con molti averi, dal 1876 cominciò a
Pompei la costruzione del santuario. Tra erogazioni di indulgenze,
di benedizioni vescovili e papali, riconoscimenti ufficiali e visite
pontificali, nel 1901 il santuario di Pompei diventò basilica
pontificia a riconoscimento del suo carattere universale.
Sto
compiendo delle citazioni degli atti ufficiali. Nacque così la
devozione oltre che del rosario anche la “pia pratica dei 15
sabati” dedicati alla vergine santissima e la novena alla
santissima vergine del rosario come “madonna delle grazie nei casi
più disperati” che ebbe inizio già nel 1879: madonna dei casi
più disperati.
Nei
tempi “migliori” della storia del santuario la devozione riuscì
a raccogliere ben 2 milioni di pellegrini, di turisti, con grande
fioritura dei quadri dei miracolati debitamente esposti e con il
plauso dei commercianti. All'inizio della storia non mancò una certa
attenzione da parte del fondatore Bartolo Longo ai ceti più poveri
della zona da quando il 13 novembre 1875 fu trovato e comperato su un
carro di letame e acquistato il quadro della Incoronata vergine del
rosario. Questa è almeno una breve sintesi del percorso storico. La
mia riflessione di questa sera ha lo scopo di invitarvi a riflettere
su quel totale travisamento, che specialmente a partire dal 12º
secolo, ha stravolto la realtà storica di Maria di Nazareth e ha
creato un crescente devozionalismo funzionale al dominio maschile e
patriarcale nella chiesa cattolica e ortodossa.
Ma
un secondo punto mi preme. Se leggiamo la storia, sottolineo sempre
la parola la storia, la conoscenza della storia, se leggiamo una
storia dei santuari e dei dogmi e delle devozioni mariane, ci
imbattiamo in un cancro del cristianesimo, in una perversione pagana,
in un ritualismo che nega il Dio unico.
La
saggezza della Scrittura ci testimonia nei due Testamenti che si
prega soltanto Dio, soltanto Dio. Quando leggi le preghiere cristiane
cattoliche protestanti ortodosse si parte con Signore poi si finisce
a Gesù, una confusione totale. Devo dire che quando ero giovane
prete, reduce dai primi studi, anche in me vigeva questa confusione
tra Gesù e Dio. Avevo ancora da fare i conti davvero con
l'ebraismo. L'ebreo ha memoria di Mosè, di Abramo, di Rut, di
Rebecca, ma distingue nettamente la memoria dal culto e dalla
preghiera. Gesù da vero credente ebreo, da profeta ebreo, pregava
solo Dio. Quando gli dicono insegnaci a “pregare” invocherà e
dirà “padre nostro”.
Questa
deviazione che nelle feste nei dogmi mariani giungerà al delirio dei
“salve regina” ( Maria vita speranza salvezza nostra) ha oscurato
l'unicità del mistero amoroso di Dio che ha bisogno di testimoni, ma
non di mediatori ed intercessori. Questo devozionalismo è una
piaga, una cancrena, un virus da cui è difficile guarire perché
l’istituzione ha creato per estendere il suo dominio una Maria,
vergine, madre, soccorritrice, Maria delle grazie, Maria di tutte le
grazie.
Così
compare una divinità pagana che mette insieme tutte le dee pagane,
soccorrevoli capaci di intervenire in ogni evenienza. Se leggete le
litanie lauretane, quelle che a mio avviso sono le barzellette
mariolatriche, vi accorgerete che il funesto genio patriarcale
cattolico, mentre nella chiesa sottraeva spazio e diritti alle donne,
ne costruiva una celestiale come una divinità capace di venire
incontro ai bisogni umani totali.
Della
grazia cioè dell'amore di Dio si può non parlare: basta la madonna
delle grazie di tutte le grazie. Finisco con un ultimo pensiero:
questa mia riflessione basata su studi ormai ben consolidati tant'è
che nessuno mai mi dice” don Franco lse le inventa!... Non ti
contestano i contenuti, ma ti dicono che non bisogna dirle queste
cose. Questa mia riflessione non ha la minima intenzione di ferire i
devoti, le persone, ma intende prendere una ferma posizione contro la
struttura di un cattolicesimo che nega la verità storica e tratta il
popolo di Dio come se fosse un popolino al quale somministri leggende
per verità. Qui non è in atto la mancanza di rispetto delle
persone (Dio me ne guardi) ma è in atto il rispetto delle persone
che sono capaci di conoscere la storia, se non ci sono coloro che
sbarrano le porte della conoscenza.
E’
il culto dell’ignoranza biblica, è l'abuso della credulità e dei
bisogni della gente che occorre vedere in questo percorso e in questa
riflessione e in questa denuncia. Una fede adulta non può più
affidarsi a questo madonnismo che cancella Maria di Nazareth, la
donna reale, realmente sposa di Giuseppe, madre di una numerosa
famiglia, in cui c'era Gesù: una donna la cui fede è stata vissuta
in un cammino straordinariamente eloquente per noi, fino a condurla
nel gruppo dei discepoli quando il movimento di Gesù prese l’avvio.
Ho
bisogno della testimonianza di Maria, mi è preziosa.
Ma
non posso pregarla, farne una semidea una immagine che appare nei
santuari e che esprime continui messaggi stravaganti . In questo mese
di maggio ritornerò su questo tema anche per liberare Maria dal
fardello dei dogmi che l'hanno cancellata e ritrovarla facendo
memoria della sua vita e del suo cammino di fede, per noi
estremamente significativo e prezioso.
Riprenderemo
l’argomento anche perché la fede in Dio non sopporta la menzogna
e l’idolatria.
Cari
fratelli e care sorelle, dobbiamo guardare alla fede come a un luogo
della ricerca della verità, non a un luogo dell' idolatria, del
devozionalismo proprio dell'incultura.
Pur
di far clienti, la fede non cerca clienti, semmai sollecita
testimoni.
Possiamo
noi ricordare Maria che avrebbe certamente voltato le spalle a questo
devozionalismo che ha fatto di lei una statuina e non quella donna
viva, piena di fede, che ha combattuto per compiere il suo buon
cammino di fiducia in Dio.
Buona
serata e buonanotte
Franco
Barbero
(Trasposizione
del vocale del 9 maggio a cura di Franca Gonella e Fiorentina
Charrier)