Il libro "Mille fili mi legano qui": la psicologa Silvia Bonino racconta la malattia compagna di vita
È un libro che unisce riflessione scientifica e testimonianza diretta, in una combinazione unica che ha messo d'accordo tutti: i malati e i loro congiunti, gli operatori del settore e anche molte persone che con la malattia cronica non hanno a che fare direttamente, ma che per un lutto o una disgrazia si sono trovate ad affrontare momenti di grande difficoltà. Con "Mille fili mi legano qui. Vivere la malattia" - uscito in libreria nel 2006, riedito e ampliato nel 2019 e ora pubblicato anche nella sua traduzione inglese da Routledge - la psicologa e psicoterapeuta pinerolese Silvia Bonino tratta un tema quanto mai attuale, che ben si accosta a questi tempi in cui la popolazione tutta è costretta a confrontarsi con l'emergenza sanitaria: non soltanto gli ammalati, ma anche chi ha visto ammalarsi, e magari morire, amici o familiari, e chi, pur restando fra i "sani", risente nel quotidiano degli echi delle disposizioni anticontagio. «La pandemia ha portato in molti un senso di straniamento, proprio come accade a una persona cui venga diagnosticato un male cronico - spiega la dott.ssa Bonino, che da vent'anni convive e lotta con la sclerosi multipla - Questo accade innanzitutto perché manca spesso la consapevolezza del nostro essere "corpi", con oggettivi limiti biologici; in secondo luogo, c'è nella nostra società una certa pretesa al controllo, che si scontra però con realtà incontrollabili. Infine, c'è la paura, con la sua reazione più primitiva: la negazione, che ha come solo effetto quello di non farci mettere in atto comportamenti utili, generando talvolta meccanismi patologici come il negazionismo». Un discorso analogo si può fare per i messaggi portatori di speranze incondizionate: «L' "andrà tutto bene" degli striscioni fa tenerezza e anche un po' rabbia - continua la psicologa -: la realtà va guardata in faccia per quello che è, dopo di ché occorre sviluppare ottimismo creativo e trovare soluzioni all'interno dei propri limiti, sapendo che sarà faticoso e accettando le sconfitte. Ritrovare un senso per la propria vita è possibile e necessario; ma vanno cercate nuove strategie, in un lavoro continuo, coltivando le situazioni che aiutano a stare meglio, compreso l'aiuto di un professionista, ed evitando i "nemici": colpevolizzazione, dolore, depressione». Internet - fra i temi aggiunti da Bonino nell'edizione del 2019 - può, a questo proposito, essere sia aiuto sia fonte di ansia: «Per chi si trova a vivere particolarmente isolato il web può essere il solo modo di avere delle relazioni - sottolinea - . Credo però che la rete non debba mai diventare un rifugio: siamo esseri sociali, che apprendono e si sviluppano anche grazie all'interazione».
MALATTIA CRONICA E PANDEMIA
Se l'emergenza sanitaria rende tutti un po' più vicini a chi convive con una malattia cronica, è pur vero che la pandemia ha reso la quotidianità di queste persone - in costante aumento - ancora più faticosa e sofferta. «Per i malati cronici il Covid è una preoccupazione più che razionale, che induce a ridurre ai minimi termini i contatti sociali - spiega Bonino -. Sono aumentate le difficoltà logistiche legate alla frequentazione di medici e strutture sanitarie, e, per contro, sono venute a mancare molte situazioni che potrebbero dare un sostegno: nel caso della sclerosi multipla, sono stati ad esempio sospesi gli incontri organizzati da Cresm del San Luigi di Orbassano, Fondazione Cosso e Università di Torino, che dal 2009 si tengono al Castello di Miradolo. Una mancanza cui speriamo di rimediare in primavera, quando forse la situazione sanitaria consentirà, in sicurezza, di radunare piccoli gruppi». Sono anche questi i "mille fili" cui la dottoressa fa cenno nel titolo della sua opera, riferimento al diario della scrittrice vittima dell'Olocausto Etty Hillesum: «Talvolta, questi fili possono essere lacci che limitano il cammino e soffocano lo sviluppo, ma assai più spesso sono solide corde che ci ancorano al mondo e lungo le quali ci arrampichiamo per crescere - si legge nell'introduzione -. È in questo ricco intreccio di fili che ci legano agli altri, alla cultura e alla natura che si dispiega la vita di ognuno». CLA. BER.
L'Eco del Chisone 3 febbraio