venerdì 19 febbraio 2021

INTERVISTA ALLA CANDIDATA SINDACA DEL PARTITO DEMOCRATICO

 La candidata sindaca del PD alle comunali

Lorenzino “Io, donna in corsa a Pinerolo chiedo alla politica di fare di più”

«Sono sorpresa, ma non ho paura. Ci ho pensato qualche giorno e ho accettato». Silvia Lorenzino avvocata, ha 55 anni, fa parte della Commissione Famiglia e Minori dell'Ordine degli Avocati è vicepresidente dei Centri antiviolenza Emma onlus. Qualche giorno fa - prima che scoppiasse la polemica per l'assenza di ministre Dem nel governo Draghi - è arrivata l'offerta del Pd per la candidatura sindaca a Pinerolo. Se la coalizione dirà “Sì”, sarà lei a correre per guidare la cittadina di 35mila abitanti e sfidare il sindaco uscente del 5Stelle Luca Salvai che si ricandida e il centrodestra che non ha ancora espresso il nome del suo candidato.

Avvocata Lorenzjno, sta seguendo la polemica delle donne del Pd sul trio Dem interamente maschile?

«Sì, e sono d'accordo con loro, hanno ragione ad essere arrabbiate. È un fatto che non ci siano donne fra i nomi dei ministri e non può non essere un elemento di riflessione. Quando si parla di ruoli apicali le donne scompaiono o sono pochissime. Devo dire che ancora di più sono convinta della mia scelta di accettare la proposta che mi è stata fatta».

Crede che il Pd piemontese” stia dando un segnale?

«Immagino di sì. Solo qualche giorno fa mi hanno chiamata e mi hanno detto che avevano pensato a me. Sono rimasta sorpresa anche io. Devo dire che non me l’aspettavo proprio. Ma, come dicevo, non ho paura. Sono una donna che ha sempre voluto fare le cose e considero questo compito uno sbocco professionale».

Una donna della società civile. Ha mai preso la tessera di un partito?

«Mai. Non mi sono mai iscritta a nessun partito, ma sono vicina alle ragioni di chi vota centrosinistra. Mi sento una persona della società civile anche se quando ci si occupa di famiglia e minori e di diritti l’impegno non può non essere in qualche modo anche politico».

Elena Piastra a Settimo. Silvia Marchionini a Verbania per il centrosinistra. Troppo poche?

«I partiti sembrano far fatica a investire sulle donne. Quando è il momento di scegliere si teme forse che possano apparire meno forti. Si dice che spesso sono loro ad avere timori ma francamente non lo credo. Non sono gli elettori a non voler votare le donne. Credo sia un difetto dei partiti che tendono a non valorizzarle. Forse va meglio con la società civile».

Perché?

«Perché una donna della società civile sa bene quali sono le sue competenze, mentre salire gli scalini dei partiti per una donna che fa politica mi pare più complesso».

Lei ha famiglia?

«Ho due figli ma sono ormai universitari e indipendenti».

Se le avessero proposto di candidarsi a sindaca quando i suoi figli erano piccoli avrebbe accettato?

«Ci avrei pensato qualche giorno in più ma penso che avrei detto sì anche allora. Sono abituata a lavorare dalle 8 alle 20, a volte anche fino alle nove di sera››.

A Torino c'è una sola donna fra i candidati del centrosinistra e non è mai stata seriamente presa in considerazione. Un errore a suo parere?

«Certo non mi metto a interferire con le scelte ma non mi pare un segnale positivo che sia questa la situazione».

Se dovesse vincere quante donne avrà al suo fianco?

«Parità di genere come minimo, ma spero che possano persino essere la maggioranza».

Lascerà la sua professione di avvocata se dovesse diventare sindaca? -

«No, ma lavoro in uno studio dove posso delegare ai colleghi».

Come hanno governato i 5Stelle?

«Non si può dire che Salvai non abbia fatto nulla, ma non ci sono state idee per valorizzare questa città. Che invece ha molte potenzialità».

SARA STRIPPOLI, La Repubblica 15 febbraio