giovedì 11 marzo 2021

L'AMACA

 

Il sottosegretario alle punture


di Michele Serra

In uno dei telegiornali nei quali ha residenza fissa, e dai quali sbuca e risbuca come il cucù dall’orologio, ecco il Salvini che dice di «avere personalmente preso contatto con istituzioni internazionali» per risolvere la faccenda dei vaccini. Mi sono fatto una domanda logica, dunque del tutto fuori contesto in questo Paese: ma a che titolo avrà preso contatto, il Salvini, con le suddette istituzioni internazionali? È ministro della Sanità? Sottosegretario alle punture? Membro del governo?

Nel frattempo il Berlusconi assicura che il vaccino russo «funziona benissimo», e non ne dubitiamo, anzi siamo già in fila cantando Oci ciornia, pur di elemosinarne una dose. Ma anche qui: a che titolo? È, il Berlusca, un immunologo? Un informatore farmaceutico?

Ha sposato, tra le tante, la nipote di Madame Curie? È ambasciatore onorario di tutte le Russie?

Il problema è che tutti cercano di rendersi utili, e non è il caso. La confusione è già alle stelle, da mesi sentiamo immunologi, statistici, protettori civili, commissari straordinari e ordinari, primari, ognuno che affastella dati e suggerimenti. Conosciamo più etichette di vaccini che di Nebbiolo, sappiamo come si scrive Pfizer e quante finestre ci sono sulla facciata della sede di AstraZeneca. Festeggeremo compatti l’arrivo delle prime dosi di Sputnik. Imminenti le prime degustazioni di vaccini nelle sagre estive. Ma è troppo chiedere che, nel frattempo, i politici non direttamente coinvolti si limitino a pronunciare qualche bella frase fatta, tipo “bisogna vaccinare tutti più in fretta possibile”? È un rumore di fondo. Non disturba. Passa e va.

La Repubblica, 10 marzo