giovedì 18 marzo 2021

L'IMPATTO DEL COVID SULLA POVERTÀ E SULLA SALUTE DEI CITTADINI STRANIERI

Tra le indagini nazionali condotte per monitorare l'impatto del Covid sulla popolazione straniera emergono innanzitutto quelle sui temi della salute e delle vulnerabilità. La prima è una "ricerca istantanea" realizzata dal Tavolo Asilo e dal Tavolo immigrazione e Salute. Dai dati disaggregati emerge che al 22 aprile 2020 in Italia su 179.200 diagnosi di Covid solo il 5.1% è attribuibile a individui di nazionalità straniera. Un altro monitoraggio (che ha coinvolto 5.038 strutture di accoglienza delle 6.83 7 censite dal Ministero dell'interno), sui casi di positività al Covid fra gli stranieri presenti nel sistema di accoglienza per richiedenti asilo, ha evidenziato che nel periodo maggio-giugno 2020 su 59.648 immigrati accolti, sono stati confermati 239 positivi in particolare in Lombardia e Piemonte. Da queste indagini emerge dunque come non ci sia stato in questi mesi alcun allarme sanitario ricollegabile alla presenza di cittadini stranieri nel nostro paese. Sul fronte delle rilevazioni condotte in ambito Caritas nel corso della pandemia, la posizione di debolezza delle famiglie di origine straniera emerge in modo abbastanza evidente da un recente monitoraggio dal mese di giugno 2020 e relativo al trimestre marzo-maggio 2020. Alla rilevazione ha partecipato un nutrito campione di Caritas diocesane pari al 77% del totale. Dal monitoraggio emerge che in soli tre mesi la Caritas ha aiutato, in diverse forme, 445.585 persone (in media, 2.990 utenti per diocesi) e tra queste una buona parte è rappresentata da beneficiari di origine straniera. Si tratta di un bacino di utenti veramente significativo se pensiamo che generalmente i centri di ascolto Caritas aiutano nel corso di un anno circa 200 mila individui. Anche tra i 129.434 "nuovi poveri" che si sono rivolti alla Caritas nello stesso periodo, gli stranieri rappresentano il 33%. Questa condizione di debolezza degli stranieri nel corso della pandemia emerge in modo ancora più evidente da testimonianze qualitative offerte da diverse Caritas diocesane. La povertà educativa e culturale rende ancor più difficile per gli stranieri l'orientamento nel nostro complesso sistema di welfare e a questo si aggiunge in alcuni casi una precisa volontà da parte degli amministratori locali di esclusione della platea straniera dal suddetto sistema per mere pressioni politico-ideologiche.

Mosaico di pace, febbraio 2021