sabato 20 marzo 2021

TEMPI DI INCERTEZZA PER LE PERSONE DISABILI

 La grande incertezza dei tempi per i disabili

YOUSSEF HASSAN HOLGADO

ROMA

Tra date di prenotazione che slittano, tabelle di priorità che cambiano e regioni che «creano piani vaccinali ad hoc, per i disabili non c’è certezza di quando potranno prenotare la somministrazione del vaccino contro il Covid-19. «Siamo a un punto di non ritorno›› dice Vincenzo Falabella, presidente della Fish (Federazione italiana per il superamento dell'handicap). «Il problema è che quando si parla di disabilità non c'è chiarezza all'interno del piano vaccinale nazionale e questo porta le regioni a stilare tabelle di priorità diverse» spiega. «Si è andati a categorizzare la disabilità non in maniera inclusiva, ma per escludere le persone dalla vaccinazione, un meccanismo che ha portato la sindrome di down a essere compresa negli elenchi, così come la sclerosi multipla, ma non altre problematiche» racconta il presidente della Fish.

In totale, secondo Falabella sarebbero circa un 60 per cento le persone con disabilità che sono attualmente escluse tra le categorie prioritarie del piano vaccinale. Tra questi c'è chi è affetto da autismo, circa 600 mila persone in tutta Italia, che, stando all'ultima dichiarazione resa dal viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, rientrano in una vaga categoria quattro. Ad oggi, soltanto poche regioni hanno inserito l'autismo nelle tabelle di estrema vulnerabilità e che quindi hanno la precedenza su altre categorie.

I “caregiver”

«Noi del mondo della disabilità intellettiva siamo quasi in fondo›› dice Stefania Stellino, presidente Angsa Lazio (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici). Stefania ha un figlio autistico di 14 anni, dovrà aspettare almeno altri due anni prima di poterlo vaccinare, perché i sieri disponibili possono essere somministrati dai 16 anni in su.

Per tutelare la salute di suo figlio non le rimane che sperare nella vaccinazione dei caregiver, ovvero chi si prende cura di lui. «Gli unici caregiver che in qualche regione si sta incominciando a vaccinare sono quelli della Sla, dei ventilati meccanici e della fibrosi cistica. L'idea che abbiamo suggerito al governo è che se proprio dobbiamo creare delle priorità, almeno rifacciamoci ai gravissimi».

Stellino chiede alle istituzioni di prendere in considerazione il decreto del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 2016 che include tra le persone con gravissima disabilità comportamentale chi soffre di autismo di livello 3. Dopo settimane, lunedì la regione Lazio ha ascoltato le richieste di Angsa e ora chi è affetto da autismo e i loro caregiver possono vaccinarsi.

Non tutte le regioni, però, agiscono alla stessa maniera. Il coordinatore del piano vaccinale della Lombardia, Guido Bertolaso, ha chiesto che dopo gli over 80 vadano vaccinati i lavoratori. «Il paese deve ripartire - ha detto in un'intervista all'Eco di Bergamo - quindi sotto con chi lavora, chi sta in fabbrica, chi si muove, chi non ha potuto lavorare in questi mesi come bar e ristoranti».

Chi ha dei disturbi comportamentali oggi si ritrova a vivere in un mondo stravolto nella sua quotidianità. «Quando sto con mio figlio a casa non posso mettermi la mascherina, non riesce ancora ad accettarlo» racconta Stefania Stellino. Come lui ci sono migliaia di ragazzi in tutta Italia. La loro routine è cambiata. «Molti di loro amano stare in acqua e andare in piscina, ora non possono più farlo e sono molto destabilizzati››.

I percorsi terapeutici si fanno on-line, ma «la tele terapia non può funzionare con chi ha una compromissione intellettiva, non comprende perché la persona con cui ha stabilito una certa empatia si trovi a vivere dietro uno schermo freddo››, dice Stellino.

Inoltre, circa 75 per cento delle persone con autismo ha in comorbosità una forma di epilessia più o meno grave che diventa pericolosa in vista di un eventuale ricovero.

«La persona affetta da disabilità qualora contraesse il virus potrebbe avere conseguenze più dannose, senza contare che molte disabilità severe non avrebbero una presa in carico adeguata nelle strutture sanitarie», spiega Falabella della Fish.

Domani 12 marzo