Quel martirio immacolato di Savonarola
FRANCESCO PISTOIA
Avvenire 16/3
Marco Pellegrini, docente di storia moderna nell'Università di Bergamo, racconta e discute in un robusto saggio su Savonarola (Salerno,pagine368,euro25)la vita del Frate dalla giovinezza alla morte. La giovinezza. La fuga dalla famiglia e l'ingresso nel convento domenicano di Bologna, la lettera al padre, severa e piena di tenerezza: «non c'è da piangere, c'è da gioire. Iddio vi ha dato un figlio e lo ha conservato bene fino all'età di 22 anni e ora lo chiama a un alto compito». «Oimè, non reputati gran grazia avere un figliolo cavaliero di Iesù Cristo?». La morte.
Pellegrini analizza in tutti i suoi momenti il processo contro di lui. Savonarola, sottoposto a tortura, finisce col dire quello che i giudici vogliono che dica. Ma la "storia" va letta con attenzione.
Savonarola «non accondiscese a riconoscersi nei panni del demagogo che i suoi nemici avrebbero voluto cucirgli addosso; né acconsentì mai a procurare la rovina dei suoi amici». Tempi di corruzione, nella Chiesa e nella società, quelli del Savonarola, contrassegnati da guerre, lotte fra potentati, rivalità, complotti, scandali, ipocrisia.
Savonarola, tutto concentrato sulla Bibbia e sui classici del pensiero cristiano(da Agostino all'amato Tommaso), predica in vari conventi, in particolare nel San Marco di Firenze, la necessità di un rinnovamento integrale. «Dalla fuga mundi una volta fattosi domenicano, Savonarola approdò al nuovo orizzonte della cura mundi». Umile, svolge le funzioni che gli vengono assegnate in spirito di obbedienza. Inquietudine e intransigenza ne fanno, forse non solo in apparenza, un ribelle.
Il discorso del Pellegrini non si ferma alle vicende della vita del domenicano. Va oltre. Va al Savonarola dopo il rogo, alla sua presenza nei secoli. Va alle interpretazioni che nel corso dei tempi sono state date da storici di ogni tendenza: profeta?, precursore di Lutero o della Riforma cattolica?, oppure un "esaltato"?
Massimo Firpo, Pasquale Villari, Franco Cordero, Ludwig von Pastor, Paolo Luotto, Josef Schnitzer, Lorenzo Polizzotto, Donald Weinstein, Lauro Martines e tanti altri da posizioni spesso divergenti mirano a dare una risposta al difficile interrogativo.
Il Novecento registra «un originale sviluppo di posizioni "neo-piagnone" tra le file del cattolicesimo democratico: un fenomeno che toccò una punta di eccezionale intensità negli anni Cinquanta con Giorgio La Pira, sindaco democristiano di Firenze e amico di Amintore Fanfani, uno dei massimi artefici della ricostruzione dell'Italia del secondo dopoguerra».
La posizione del Pellegrini è forse nel richiamo che egli fa all'orazione che Savonarola pronunziò nel suo viaggio verso il rogo, quando è costretto a deporre l'abito domenicano: vi si coglie l'anima profonda del Savonarola e anche la passione dello storico:« Oh abito santo, quanto t'ho io desiderato! Tu, per grazia di Dio, mi fosti conceduto ed io t'ho conservato immaculato insino a questo punto; e anco al presente non ti lascerei, ma tu mi sei tolto!».