giovedì 10 giugno 2021

CHI RALLEGRA DIO?

Chi rallegra Dio?

Chiunque si affatica intorno alla Torà, rallegra Dio (Avoc 6,1). Dio non fa nulla perché il settantunesimo senso ci venga incontro da solo: la sua gioia nasce dal nostro affaticarci” (Paolo De Benedetti, Ciò che tarda avverrà, pag. 15).

70 e 71 sensi

Levinas fa un’affermazione di importanza fondamentale per noi che parliamo di settantunesimo senso: “Tutto si svolge come se la molteplicità delle persone…  forse la condizione della pienezza della ’verità assoluta’, come se ogni persona, con la sua unicità, assicurasse alla Rivelazione un aspetto unico della verità, e come se alcuni dei suoi lati non si sarebbero mai rivelati nel caso in cui determinate persone fossero mancate nell'umanità… La molteplicità delle persone irriducibili è necessaria alle dimensioni del senso, i molteplici sensi sono le persone molteplici” (ibid., p. 218). Non perché noi personifichiamo i sensi, ma perché veramente i sensi nascono da persone molteplici. A questo punto potremmo anche fermarci: siamo arrivati a capire che non c'è limite nel trovare sensi, e che questo settantunesimo senso è in sé una pluralità infinita. Ma sul numero 70 e sul numero 71 vorrei ancora fermarmi. Si parla di “settanta” perché nella concezione ebraica il mondo era costituito da settanta popoli, a tutti i quali, come abbiamo visto, era stata offerta la Torà. Settanta voleva dire tutti, settantuno vuol dire tutti più qualcosa. Noi siamo l'ultima delle fonti di senso che abbiamo citato (il canone, la scrittura, la comunità in movimento, la persona), siamo questo qualcosa in più. Ma, in quanto portatori del settantunesimo senso, non possiamo stare a bocca aperta, aspettando che vi piova dentro”.

                                             Paolo De Benedetti