domenica 13 giugno 2021

LA PSICHIATRIA IN PIEMONTE E' IN AGONIA

 Non lasciamo soli i malati psichiatrici

Fabrizio Floris

La psichiatria in Piemonte rischia di diventare un servizio per soli benestanti. 

Per rendersene conto basta andare in un qualsiasi Centro di salute mentale e nell’affollamento generale potrete comprendere che non possono di fatto prendere in carico la vostra situazione. 

Il personale è sempre più ridotto e lo psichiatra segue già troppi pazienti e non riesce a seguirne altri, gli infermieri sono pochi e gli psicologi altrettanto. L'effetto è secondo la Società italiana di epidemiologia psichiatrica che in Piemonte il tasso di ospedalizzazione con diagnosi psichiatrica in reparti non psichiatrici risulta quasi triplicato rispetto alla media nazionale, con un aumento del 143,9 per cento. La percentuale di pazienti che riceve una visita entro 14 giorni dalla dimissione è lievemente superiore (13,1 per cento in più). I pronto soccorso sembrano assorbire una notevole proporzione di domanda psichiatrica con un numero di accessi per motivi psichiatrici superiore del 36,2 per cento al dato nazionale.

Nei Centri di salute mentale i nuovi utenti, se va bene, ricevono una terapia e un saluto, poi se tornano bene altrimenti ciao, perché sul territorio è debole o assente una rete sociale che prende in carico gli aspetti non psichiatrici della persona. 

Quelli fortunati trovano qualche operatore che risponde alle loro richieste anche fuori dall'orario di lavoro. Nell’ultimo anno le richieste di aiuto sono aumentate, ma la spesa e il personale sono rimasti inalterati. È un grido di dolore sordo che ogni tanto affiora all'attenzione delle cronache e poi sembra scomparire. Non si vede, ma la sofferenza continua: per quanto possibile, non lasciamoli soli.

Domani, 6 giugno