lunedì 28 giugno 2021

UNA LETTERA INTERESSANTE

 Dear Daddy Claudio Rossi Marcelli

Diciassette più uno

Sono il nonno di tre nipoti maggiorenni; il loro padre, nonché mio figlio, sostiene che quando i figli arrivano alla maggiore età “possono fare quello che vogliono”. Il mio parere invece è che i genitori non finiscono mai di educate. Ho torto? -Michele

Mi sembra che tu e tuo figlio vi siate posizionati su due estremi opposti e forse troppo assoluti. Cominciamo da tuo figlio: secondo me la premessa necessaria perché un ragazzo possa fare quello che vuole è l’autosufficienza. Chi vive da solo e si guadagna da vivere non deve rendere conto a nessuno delle proprie scelte. Senza questa condizione, invece, occorre trovare dei compromessi. Per esempio dei genitori che pagano gli studi ai figli, anche se devono lasciarli liberi di scegliere quali fare, possono comunque pretendere che si attengano a certe regole, no? Inoltre trovo sempre buffo illudersi che compiere diciott’anni trasformi magicamente un ragazzo o una ragazza in un individuo maturo e formato. Diciotto è solo diciassette più uno. D'altro canto però, non bisogna neanche esagerare in senso opposto, come rischi di fare tu: non credo che il ruolo di genitore resti lo stesso per tutta la vita. Anche se i genitori continuano a consigliare i figli maggiorenni, dall’adolescenza in poi il processo di educazione diventa gradualmente reciproco: man mano che i figli crescono scopriamo di avere tanto da imparare da loro. Sospetto che anche tu e tuo figlio, apparentemente così distanti nella visione del mondo, se vi metteste a parlarne in modo costruttivo potreste offrirvi nuovi e interessanti spunti di riflessione.

daddy@internazionale.it

Internazionale, 18 giugno