giovedì 15 luglio 2021

DOVE STA ANDANDO LA COMUNITA' UMANA?

 Il mondo al capolinea

Come il digitale sta cambiando identità, relazioni, religione? Nessuno si illuderà di liquidare una domanda di così enorme portata con un qualsivoglia sistema di risposte. Più fecondo è assumere questo interrogativo come una sollecitazione a pensare, in cerca di prospettive illuminanti sull’«oggetto» (le virgolette sono d’obbligo) che vorremmo comprendere, cioè il nostro stesso divenire. E quel che accade in un libro fresco di stampa - Parole al capolinea (Il Pozzo di Giacobbe) - di cui la nostra domanda di esordio costituisce proprio il sottotitolo. Autori del testo sono Giuseppe Riva, professore di Psicologia della comunicazione e direttore dello Humane Technology Lab alla Cattolica di Milano, e Giacomo Ruggeri, sacerdote e autore di saggi tra l’altro sul rapporto tra digitale e pastorale: entrambi articolano le loro riflessioni in otto duetti imperniati su parole emblematiche delle trasformazioni in atto, ossia Comunità, Corpo, Potenza, Scelta, Fraternità, Relazioni, Identità, Covid.

Lo psicologo descrive fenomeni ed evidenzia connessioni, il prete ne rintraccia gli effetti in ambito religioso e si chiede se in tale spazio si nascondano anche risorse utili ad orientare positivamente le metamorfosi di un mondo (persone, società, istituzioni) giunto al capolinea, ossia il cui futuro non può più essere iterazione del passato. Prendiamo ad esempio la comunità. Riva mette l'accento sull’indebolimento dell'esperienza di comunità tipico dei giovani di oggi, i quali, se da un lato usano le tecnologie per superare i confini che i luoghi - prima matrice di comunità - impongono loro, dall’altro si ritrovano all’interno di gruppi digitali che non diventeranno mai comunità, poiché obbediscono essenzialmente a una funzione di confronto sociale, con gli amici digitali che servono por posizionarsi all'interno dei social e capire «di chi sono ‘peggio’ e di chi sono 'meglio'». Ruggeri guarda a quel che succede in ambito ecclesiale e constata drasticamente che e «l'espressione 'comunità dei credenti' è una di quelle che - nel tempo attuale - non dice più nulla (…), una sorta di reiterazione linguistico-ecclesiale di concetto, ma che nella pastorale è stata polverizzata dalla prassi». Si possono promuovere iniziative sociali o culturali, mentre per i più anziani l'armamentario devozionale funziona ancora, ma «comunità» oggi indica solo «persone che esprimono pensieri, convinzioni sul vasto mondo della religione e della spiritualità in senso lato, senza un reale e necessario coinvolgimento personale». Come dire: solo una profondità condivisa assicura un futuro alla comunità.

E che ne è del corpo al tempo della comunicazione digitale? “Nei social - osserva Riva - la fisicità e l'immediatezza del corpo reale vengono sostituite da un corpo virtuale, composto da una pluralità di immagini parziali e contestualizzate (...), strumento comunicativo ed informativo da utilizzare in maniera 'strategica' per trasmettere una precisa immagine di sé». Eppure, sottolinea Ruggeri, «le vie digitali sono protesi di un corpo è di una corporeità in ricerca di autenticità, vita sensata (...), il digitale non è che il riflesso di un soma-corpo in ricerca di se stesso. Dal cogito ergo sum, al digito ergo soma».

Analisi e interrogativi costituiscono la trama di questo libro, che pone domande per aiutare a capire fenomeni in alto già prima della pandemia e ora radicalizzati.

Gianno Ruggeri, Rocca 1 luglio