mercoledì 28 luglio 2021


IL "NON LO SO" DEL PAPA: ECHI DI UN GRUPPO BIBLICO

di Guido Piovano


4 gennaio 2018, Papa Francesco: «Sai, ci sono "perché?" che non hanno risposta. Per esempio: perché soffrono i bambini? Chi può rispondere a questo? Nessuno. Il tuo "perché?" è uno di quelli che non hanno una risposta umana, ma solo divina. […] Ma è un "perché" per il dopo, all'inizio non si può sapere. Io non so il "perché", non posso neppure pensarlo; so che quei "perché?" non hanno risposta. Ma se voi avete sperimentato l'incontro con il Signore, con Gesù che guarisce, che guarisce con un abbraccio, con le carezze, con l'amore, allora, dopo tutto il male che potete aver vissuto, alla fine avete trovato questo. Ecco "perché"».

 

L'altro giorno un terribile nubifragio su Racconigi: grandine, tanta acqua nelle cantine e nei sottoscala, alla fine un arcobaleno annunciava la riappacificazione della natura con l'uomo. Era di nuovo pace tra cielo e terra.

L'uomo è imperfetto, capace e libero di scegliere tra bene e male, capace e libero di ascoltare la voce di quegli uomini, i profeti, che ci hanno raccontato Dio, quegli uomini che nelle Scritture ci parlano della "volontà di Dio".

Pensate invece ad un uomo-robot, obbligato al bene in un mondo perfetto, mi viene da dire, un mondo dove la solidarietà non avrebbe motivo di essere, dove la cura dei più deboli, l'attenzione agli ultimi non avrebbero senso per assenza dei medesimi così come priva di senso sarebbe ogni forma di cooperazione umana. Cosa sarebbe l'uomo in un mondo simile: un robot, appunto.

Dio per l'uomo ha scelto diverso: ci ha voluti liberi, in evoluzione continua e ben consapevoli di dover tendere al bene. Sappiamo cos'è il bene e sappiamo fare il male, siamo votati al bene, ma torniamo spesso a compiere il male.

Già, ma quando la natura si scatena, non è l'uomo a compiere il male! Vero, ma riuscite ad immaginarlo un uomo capace di compiere il male in una cornice, in un mondo, perfetto? Dunque anche la terra, il vento, le rocce, il sole possono compiere il male, anche la natura può trasgredire, ma l'arcobaleno, ci dice appunto che loro "lo sanno", e tornano al bene.

Allora i bambini possono soffrire, ma l'affetto, la vicinanza, i valori della solidarietà sono tutto per loro. E per noi.

Un cristianesimo triste e senza speranza, oserei dire, con una fede povera, ha sempre pensato di dovere "accettare la volontà di Dio", con questo volendo dire di accettare con fiducia la malattia, la disgrazia, il dolore, come provenienti da un Dio che ci mette alla prova. No, Dio non ci manda le disgrazie; esse appartengono alla nostra condizione. Non dobbiamo "accettare la volontà di Dio", ma "fare la volontà di Dio", cioè aderire con forza al progetto di umanità che è fin dall'inizio nei piani di Dio, ma che Lui non può realizzare senza di noi. Il paradiso terrestre non è la realtà perduta di cui nel mito biblico, ma una realtà da costruire qui sulla terra, fin da ora.


(da Diversamente Chiesa, Insonnia mensile di Racconigi, luglio 2021, pag. 6 - contatti@insonniaracconigi.it)