"Rendere ragione della speranza che è in noi"
(1 Pietro 3,15)
"La fede cristiana è e rimarrà sempre l'atteggiamento di chi si volge completamente e pertanto assolutamente verso Dio salvatore, che si è accostato a noi nella luminosità della via di Gesù di Nazareth. Questa fede assoluta è nata nella giovane Chiesa e ivi ha trovato il proprio orientamento. Noi non dovremmo perdere tale direzione. Poiché in quanto cristiani noi saremo sempre eredi di questo inizio. Ma quando le persone s'impegnano a esprimere questo originale volgersi verso Dio attraverso Gesù, possono farlo solo nel linguaggio della loro particolare cultura. E la cultura della modernità parla un linguaggio diverso dalla cultura dei due mondi del passato.
I cristiani devono essere pronti a dare una risposta significativa ai neopagani della modernità, ma possono darla con il linguaggio dei secoli passati?
Non abbiamo ricevuto la fede per tenerla nascosta, al sicuro, sepolta nel cimitero del passato, ma perché dia frutto. Oggi ciò significa immetterla nella cultura della modernità così che questa cultura possa diventare una forma provvisoria del regno di Dio. A tale scopo, la buona novella va tradotta nel linguaggio della modernità. Poiché diversamente, dobbiamo temere che essa non rimarrà molto più a lungo buona novella nemmeno per noi".
Roger Lenaers, Il sogno di Nabucodonosor, Massari Editore, Bolsena, pag. 367