giovedì 21 ottobre 2021

Dove abita Dio?

Il quarto racconto, tratto dalle storie chassidiche, dice così:

Quando rabbi Jizchak Meir era un bambinetto, sua madre lo condusse una volta dal Maggid di Kosnitz. Qui qualcuno gli chiese: "Jizchak Meir, ti do un fiorino se riesci a dirmi dove Dio abita". Egli rispose: "E io te ne do due se riesci a dirmi dove non abita".

A poco a poco Dio è stato "estromesso" da casa sua. Per giusti motivi nel 1600 abbiamo creato la frase "etsi deus non daretur" (come se Dio non ci fosse). Dopo decenni di guerre di religione qualcuno disse: togliamo Dio dai luoghi e dalle questioni pubbliche, così riusciamo a ridurre i conflitti. Abbiamo iniziato a vivere la politica, l'economia, il lavoro…. come se Dio non ci fosse. Poi abbiamo iniziato a toglierlo dai fenomeni atmosferici, dalla natura. Poi dagli affetti, dalle relazioni. A poco a poco Dio è scomparso dalla nostra vista, dai nostri spazi. La grande domanda è diventata questa: "Che c'entra Dio?". Lui che c'entra con la nostra vita quotidiana? Così si è arrivati a fine ottocento con il grido "Dio è morto". Piano piano questa affermazione è diventata certezza comune. Abbiamo bisogno di recuperare il senso della Sua presenza. Non come presenza prevaricatrice, né come presenza deterministica, ma come incredibile presenza amorosa. "In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come hanno detto anche alcuni dei vostri poeti: Perché di lui anche noi siamo stirpe" (At 17,28).

(Racconto tratto dalla lettera pastorale del vescovo di Pinerolo - Derio Olivero)