giovedì 7 ottobre 2021

ESSERE MISTICI DAGLI OCCHI APERTI

 Mistici dagli occhi aperti

"Già nel 1974 nella mia laudatio in occasione del 70º compleanno di Rahner, ho cercato di caratterizzare la sua opera teologica come biografia mistica di un cristiano. Nel 1966 egli aveva scritto una frase che in seguito (con alcune modifiche rivelatrici) è diventata una delle sue affermazioni più citate-il cristiano di domani o sarà un mistico, uno che ha sperimentato qualcosa o non sarà tale-. Dovremmo imparare qui che questa mistica non è assolutamente una faccenda elitaria di individui spiritualmente privilegiati, ma è in qualche modo una faccenda popolare di tutti cristiani. E dovremmo imparare che si tratta di un'esperienza che arresta lo scisma che si diffonde sempre più tra storia della fede e storie della vita, tra linguaggio della fede e linguaggio dell'esperienza ed è un'esperienza che valorizza la fame di esperienza dei credenti. Io ho sempre cercato di corrispondere anche a questo impulso di Rahner. Sì anche per me tutti i veri cristiani sono mistici, ma soprattutto mistici con gli occhi aperti come da tempo li amo definire. Proprio oggi essi sono mistici di una compassione, di una cattiva commiserazione che ai miei occhi è diventata l'importante sigla della prassi della sequela di Gesù, di una prassi senza la quale neppure una teologia cristiana può mantenere fedeltà al suo logos.

Inoltre questa mistica non è una spiritualità senza volto, come suppongo, per esempio, che sia una religiosità dell'Oriente asiatico nelle sue forme centrali. Essa porta preferibilmente all'incontro con i volti dei sofferenti.”

Johann B. Metz, Mistica dagli occhi aperti, Queriniana 2013, pag. 211