giovedì 21 ottobre 2021

LA MOSCHEA LIBERALE DI PARIGI

"La scoperta della letteratura e della filosofia Sufi è stata per me una vera rivelazione. Mi sentivo come se avessi trovato quello che avevo sempre cercato; da allora non ho cessato di voler approfondire la mia conoscenza del cammino esoterico dell'Islam, nel suo aspetto teorico e intellettuale ma anche come intima esperienza interiore. 

E’ nella spiritualità che ho trovato il vero significato del messaggio profetico e coranico; ma questo risveglio a se stessi, al divino in se stessi e nell'altro, nel qui e ora, l'ho trovato solo perché ho vagato, dubitato, interrogato, interrogato… Fa parte del sentiero. Ho finalmente capito che, senza dubbio, nessun processo di ricerca può essere avviato, che nulla può essere desiderato e scoperto. Come puoi desiderare qualcosa quando credi di avere già tutto? Il dubbio e la domanda suscitano, alimentano e rinnovano la fede in ogni momento la mantengono viva e in movimento. Il contesto democratico francese e le libertà che garantisce-di coscienza, di essere, di uscire, di viaggiare da solo, di vestirsi come voglio-sono diventate per me una realtà quotidiana dopo anni di frustrazioni accumulate.

Sono stata finalmente in grado di continuare la mia ricerca di significato senza ostacoli, in particolare mettendo in discussione dogmi che prima credevo insormontabili. Questo percorso di esperienza spirituale interiore ha poi portato al lavoro di ricerca scientifica in islamologia. Volevo condividere con i miei correligionari la mia esperienza e la mia visione di questo Islam progressista e liberale, l'Islam dell’Illuminismo.

Tuttavia, sia sui banchi dell'università che nelle associazioni, ho incontrato molti musulmani che hanno intrapreso lo stesso percorso. Con alcuni di questi amici abbiamo concluso che era necessario vivere questa visione riformista, incarnarla: per questo abbiamo deciso di creare un luogo di culto che ci somigliasse, una moschea liberale dove donne e uomini siano accolti con pari dignità, nella stessa sala di preghiera e dove il sermone è tenuto alternativamente da un imam e da una imam.

Un luogo per attuare questa uguaglianza ontologica tra donne e uomini. Dal punto di vista dell'educazione teologica, il mio compagno Iman, Facher Korchane, appartiene alla scuola neo mu’tazilita che sostiene una comprensione della religione basata sulla ragione e sulla giustizia. Da parte mia, mi avvicino alla religione attraverso il prisma delle scienze umane e sociali e sono spiritualmente interessato al pensiero mistico e in particolare al maestro andaluso Ibn Arabi.

Mi viene sempre posta la domanda: era davvero necessario creare una moschea liberale? A ciò rispondo affermativamente perché è urgente guardare criticamente al culto e osare proporne la riforma. La moschea è il luogo pubblico per eccellenza dove i musulmani esprimono la loro appartenenza religiosa attraverso la pratica della preghiera, il secondo pilastro dell’Islam, e dove viene impartita l'educazione religiosa. L'esistenza di una moschea liberale permette di andare oltre l'essenziale opera di rilettura dei testi: pone un forte atto simbolico a significare il nostro desiderio di riappropriarci della nostra religione dopo che ne siamo stati espropriati per diversi decenni dalle ideologie. Si tratta di affermare che la diversità delle letture esiste ed è sempre esistita e di dare un insegnamento religioso informato da riferimenti religiosi che enfatizzano la ragione e la saggezza. Si tratta in fine di proporre un paradigma che tenga conto delle sfide dell'era contemporanea affinché le nuove generazioni possano trovare risposte alle loro domande. Rivendicare la nostra religione è l'urgenza! Se oggi parlo in prima persona, non si tratta di rivendicare il "mio Islam" come mia proprietà narcisistica: anzi, voglio con questo invitare tutti a rivendicare il proprio Islam per restituirlo alla sua vocazione universale".

Traduzione da “Mon Islam. Ma Liberté, Kahina Bahloul, Albin Michel Ed.2021