lunedì 18 ottobre 2021

UNA PROFONDA RIFLESSIONE

 Chi non legge non sa cosa succede

Umberto Galimberti

La Repubblica, D. 9/10

I dati OCSE ci dicono che il 47% dell'umanità è analfabeta e noi italiani siamo all'ultimo posto in Europa per la comprensione di un testo scritto. Penso che ciò sia dovuto al fatto che le cose che i giovani d'oggi conoscono non le possiedono per averle lette da qualche parte, ma per le averle semplicemente viste in televisione, al cinema, sullo schermo di un computer, oppure sentite dalla viva voce di qualcuno, dalla radio o da una cuffia inserita nelle orecchie. "Non ho letto il libro ma ho visto il film" così si giustificano i giovani d'oggi. Ma quale mutamento profondo nell'uso della nostra mente nasconde questa semplice frasetta? Naturalmente guardare e più facile che leggere, per cui come opportunamente annotava Giovanni Sartori in Homo videns. Televisione e post pensiero (Laterza) l'homo sapiens capace di decodificare segni ed elaborare concetti astratti, finirà con l'essere soppiantato dall'homo videns che non è portatore di un pensiero, ma fruitore di immagini, con conseguente impoverimento della capacità di comprensione, ragionamento, giudizio critico. L'intelligenza sequenziale che è quella che usiamo per leggere, necessita di una successione rigorosa e rigida che articola, analizza i codici grafici disposti in linea. Se ad esempio leggo la parola cane, la forma grafica della parola e quella fonica non hanno niente a che fare col cane e allora la visione dei codici alfabetici comporta un esercizio della mente che la visione per immagini non richiede.

Questo tipo di intelligenza oggi sembra entrare in crisi a opera dell'intelligenza simultanea, più consona all'immagine che all’ alfabeto. Simultanea è l'intelligenza che usiamo ad esempio quando guardiamo un quadro, dove è impossibile dire che cosa vada guardato prima o cosa dopo.

L'inevitabile conseguenza è la modificazione dell'intelligenza, che da una forma evoluta, regredisce a una forma più elementare. Tra i mutamenti più significativi di questa regressione Raffaele Simone In pensare in rete (Garzanti) segnala: il "ritmo mentale" che nella lettura è auto trainato, nella visione è etero trainato dall'emittente, per cui chi guarda è costretto a seguire il ritmo imposto dallo spettacolo.  Ciò comporta una "riduzione della correggibilità" con la conseguenza che chi guarda, a differenza di chi legge, non può per verificare se ha ben capito quello che ha visto. La concentrazione, il silenzio, la solitudine sono essenziali a chi legge, mentre si può guardare collettivamente, convivialmente e addirittura facendo altre cose. Condizioni, queste, che non favoriscono per nulla la riflessione e l'apprendimento. La fatica di leggere non può competere con la facilità di guardare e allora, rispetto al libro, i mezzi visivi appaiono come il medium più amichevole perché è quello che dà meno da fare.

Siamo a un passaggio epocale. E per i passaggi epocali non ci sono ricette pronte, ma sfide di pensiero e di paziente sperimentazione.