giovedì 30 dicembre 2021

DAL BLOG DI DANIELE BARBIERI

 DIFESA DEI DIRITTI UMANI: LA RETE IN ITALIA

di Simona Fraudatario e Francesco Martone (*)

La rete In Difesa Di, insieme ad altre realtà e associazioni, promuove la creazione di una “piattaforma” collaborativa per il monitoraggio, il supporto legale e l’advocacy verso le istituzioni internazionali di tutela dei difensori dei diritti umani riguardo la situazione in Italia. Nelle settimane scorse una rappresentante della “piattaforma” ha partecipato all’incontro con la Commissaria per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa Dunja Mijatović che svolgerà il prossimo anno una missione in Italia. Nella nota predisposta per l’occasione,si fa il punto sulla situazione dei difensori dei diritti umani in Italia e la loro criminalizzazione (in particolare nei confronti dei difensori dei migranti) e si propongono diverse piste di lavoro

 

Siamo reti, organizzazioni e associazioni (Fondazione Basso, Centro Riforma dello Stato, Volere la Luna, Osservatorio Repressione, Associazione Bianca Guidetti Serra e Rete in difesa di) che da tempo lavorano sui temi della difesa dei diritti umani e che hanno seguito e seguono con crescente preoccupazione i tanti casi di violazione che avvengono, nel mondo, in Europa e anche nel nostro Paese.

Ci proponiamo di realizzare azioni comuni per favorire una consapevolezza maggiore sulla funzione che i difensori dei diritti umani – organizzazioni e singole persone – esercitano nel garantire il pieno rispetto dei diritti umani. Inoltre, intendiamo promuovere l’impegno dell’Italia nella protezione dei difensori a livello nazionale e internazionale, in conformità con quanto stabilito dalla Dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani e dalle linee guida sulla protezione dei difensori elaborate dall’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell’OSCE.

Se da un lato valutiamo positivamente i passi compiuti dalle nostre istituzioni in direzione della formalizzazione dell’impegno dell’Italia nella protezione dei difensori, avvenuta nella cornice della Presidenza dell’OSCE e della candidatura dell’Italia al Consiglio Onu per i diritti umani, dall’altro lato osserviamo la persistenza di alcuni fattori che continuano a destare la nostra preoccupazione.

Tra questi: a) la scarsa e poco diffusa cultura dei diritti umani; b) la frammentazione delle competenze a livello istituzionale in relazione all’applicazione degli impegni internazionali sui difensori dei diritti umani; c) l’assenza di un sistema di monitoraggio delle violazioni dei diritti umani a danno dei difensori e d) il continuo rinvio della creazione di una Autorità nazionale indipendente preposta a vigilare sul loro rispetto (raccomandazione UPR, 2019)

Abbiamo motivo di ritenere che i molteplici abusi documentati in questi anni nei confronti dei difensori dei diritti umani non siano casi isolati. Essi rappresentano piuttosto una tendenza diffusa e sistematica alla restrizione degli spazi di agibilità democratica e al ricorso alla repressione del dissenso. Tra le forme di abuso, segnaliamo la diffamazione, la delegittimazione, la stigmatizzazione, le aggressioni fisiche e verbali, le minacce e l’aumento dei processi e delle condanne penali a carico dei difensori. Si tratta di fatti che mettono a rischio non solo l’integrità fisica, la libertà, la sicurezza e la dignità dei difensori, ma anche il senso stesso della solidarietà e l’imperativo morale del rispetto dei diritti umani, con gravi conseguenze sulla nostra democrazia. Tra le categorie più colpite vi sono i difensori delle persone migranti e rifugiate, i difensori ambientali, i giornalisti, gli avvocati, ancora di più a rischio se donne o persone appartenenti alla comunità LGBT (tra questi, l’avvocata per i diritti dei LGBT Cathy La Torre).........