lunedì 27 dicembre 2021

UN LETTERA BREVE E MORDACE OLTRE CHE PROPOSITIVA

 Lettera aperta a papa Francesco

Giancarlo Rinaldi*

Caro papa,

belle e persuasive le tue parole sul calo della natalità e sul rilievo della famiglia. Ma non fermiamoci alla superficie; certi discorsi o si fanno bene o meglio sorvolare.

Perché in Italia di bimbi ne nascono sempre di meno?

Questo lo sa bene chi, sposato, deve fare i conti con la realtà quotidiana non già chi, per quanto studioso, di ciò discetta in astratto.

La famiglia che, come ogni società, si fondava su una cooperazione di ruoli è oramai una microsocietà di mutui servizi dove la donna - moglie - madre è schiava della sua stessa condizione di moltiplicatrice di ruoli gravosi.

Il marito da solo non produce reddito sufficiente a saziare uno Stato vampiresco.

E poi questi bimbi: chi li terrebbe quando i due sono fuori tutto il giorno?

Chi offrirebbe loro qualche giornata estiva di sole permettendo anche ai più poveri il diritto alla salute soddisfatto al presente solo per i figli dei benestanti?

Chi provvederebbe un tetto alle giovani coppie sottraendole all’usura delle banche che schiavizzano coppie per decenni al fine di pagare mattoni?

Caro Francesco,

rivolgilo pure l'appello, ma non alle nostre coppie bensì a quello Stato con i cui vertici hai occasione di sentirti un giorno sì e l'altro pure: chiedi case popolari, asili, colonie estive, aiuti per la mamma lavoratrice: questo è il cuore del problema!

Pronunciarsi per limitare la (piccola) proprietà privata serve solo a ingrandire le multinazionali di capitali ma non aiuta i nostri giovani.

P.S.: Ora parlo da storico del cristianesimo: ma se tu dici che il matrimonio è cosa tanto pregevole perché non consenti ai tuoi preti che lo desiderano di avere una moglie che li ami e una serena famiglia da far prendere ad esempio. Rileggi il Nuovo Testamento: non solo non troverai obblighi di celibato ma incontrerai anche vescovi sposati.


*storico del cristianesimo