110 milioni di euro stanziati per i profughi ucraini e sottratti a quelli africani
Mario Pierro
Il manifesto
23.03.2022
Il governo non può sottrarre 110 milioni di euro già stanziati per la cooperazione e per le crisi umanitarie e usarli per l’emergenza umanitaria creata dalla guerra russa contro l’Ucraina. Oxfam Italia chiede di stanziare fondi aggiuntivi e reintegrare quelli appena investiti. «Non si può scegliere tra le donne e i bambini ucraini in fuga dalla guerra o quelli della Somalia o dello Yemen che soffrono la fame» sostiene Francesco Petrelli (Oxfam).
«Dobbiamo evitare questa volta che i paesi donatori spendano dentro i confini nazionali, il loro budget per l’aiuto allo sviluppo – ha aggiunto Petrelli – Basti pensare che al momento l’appello di sei miliardi delle Nazioni Unite per intervenire in Etiopia, Kenya, Somalia e Sud Sudan, colpiti da gravissima insicurezza alimentare, è finanziato solo al 3%. Yemen, Siria, i paesi dell’Africa orientale e occidentale, i milioni di persone colpiti duramente da cambiamenti climatici e Covid non possono essere abbandonati».
A livello di Unione europea i fondi per l’aiuto pubblico allo sviluppo sono stati più che dimezzati negli ultimi tempi. I paesi più colpiti sono stati, ad esempio, Timor Est. In prospettiva gli aiuti al Burkina Faso diminuiranno fino al 70%. E un destino molto simile potrebbe interessare altri paesi dell’Africa occidentale.
Nelle prime settimane della guerra i paesi europei hanno risposto in maniera non uniforme: alcuni hanno usato le risorse stanziate per l’aiuto allo sviluppo e le emergenze umanitarie: Danimarca, Norvegia e in parte la Svezia. Così anche i governi di Spagna, Paesi Bassi e Francia. Altri stanno ridefinendo l’uso delle risorse come la Gran Bretagna che ha stanziato 25 milioni di sterline alle famiglie inglesi che ospiteranno i profughi ucraini. La Germania non ha ancora preso decisioni. L’Italia ha preferito fare un pasticcio.
Ieri, nel corso della presentazione del rapporto sulla politica estera all’Istituto Affari Internazionali, la viceministra degli Esteri Marina Sereni ha detto che «l’Italia sarà chiamata anche ad aumentare le risorse finalizzate a rafforzare la nostra presenza e il nostro ruolo internazionale. Non solo sul terreno della difesa ma anche su quelli – altrettanto essenziali – della diplomazia e della cooperazione allo sviluppo». «Vorremmo che le dichiarazioni fatte dalla viceministra Sereni, trovino al più presto un riscontro concreto» ha commentato Oxfam.
Il manifesto
23.03.2022
Il governo non può sottrarre 110 milioni di euro già stanziati per la cooperazione e per le crisi umanitarie e usarli per l’emergenza umanitaria creata dalla guerra russa contro l’Ucraina. Oxfam Italia chiede di stanziare fondi aggiuntivi e reintegrare quelli appena investiti. «Non si può scegliere tra le donne e i bambini ucraini in fuga dalla guerra o quelli della Somalia o dello Yemen che soffrono la fame» sostiene Francesco Petrelli (Oxfam).
«Dobbiamo evitare questa volta che i paesi donatori spendano dentro i confini nazionali, il loro budget per l’aiuto allo sviluppo – ha aggiunto Petrelli – Basti pensare che al momento l’appello di sei miliardi delle Nazioni Unite per intervenire in Etiopia, Kenya, Somalia e Sud Sudan, colpiti da gravissima insicurezza alimentare, è finanziato solo al 3%. Yemen, Siria, i paesi dell’Africa orientale e occidentale, i milioni di persone colpiti duramente da cambiamenti climatici e Covid non possono essere abbandonati».
A livello di Unione europea i fondi per l’aiuto pubblico allo sviluppo sono stati più che dimezzati negli ultimi tempi. I paesi più colpiti sono stati, ad esempio, Timor Est. In prospettiva gli aiuti al Burkina Faso diminuiranno fino al 70%. E un destino molto simile potrebbe interessare altri paesi dell’Africa occidentale.
Nelle prime settimane della guerra i paesi europei hanno risposto in maniera non uniforme: alcuni hanno usato le risorse stanziate per l’aiuto allo sviluppo e le emergenze umanitarie: Danimarca, Norvegia e in parte la Svezia. Così anche i governi di Spagna, Paesi Bassi e Francia. Altri stanno ridefinendo l’uso delle risorse come la Gran Bretagna che ha stanziato 25 milioni di sterline alle famiglie inglesi che ospiteranno i profughi ucraini. La Germania non ha ancora preso decisioni. L’Italia ha preferito fare un pasticcio.
Ieri, nel corso della presentazione del rapporto sulla politica estera all’Istituto Affari Internazionali, la viceministra degli Esteri Marina Sereni ha detto che «l’Italia sarà chiamata anche ad aumentare le risorse finalizzate a rafforzare la nostra presenza e il nostro ruolo internazionale. Non solo sul terreno della difesa ma anche su quelli – altrettanto essenziali – della diplomazia e della cooperazione allo sviluppo». «Vorremmo che le dichiarazioni fatte dalla viceministra Sereni, trovino al più presto un riscontro concreto» ha commentato Oxfam.