ASCOLTA, ISRAELE….
P. Raccogliamoci in silenzio per qualche istante: la nostra vita e la nostra preghiera scorrono sempre alla presenza di Dio.
Fa’, o Dio, che siamo veramente capaci
di amarTi con tutto il nostro cuore,
con tutta la nostra mente, con tutta la nostra forza.
Aiutaci affinché non ci lasciamo offuscare la mente
dallo stile di vita dominante del nostro tempo,
dove gli “dei” sono tanti
e ci distolgono dal senso vero della vita.
Accompagnaci nel nostro fragile cammino
e fa’ che in noi sia chiara la consapevolezza
della nostra responsabilità individuale
nel praticare sempre la giustizia, la sincerità, la pace.
Tienici lontani, o Dio, dalle belle parole,
ma donaci di essere desiderosi di concretezza,
di amore per il prossimo,
riempiendo i nostri giorni di solidarietà.
Donaci, o Dio, la consapevolezza
che camminare sull’esempio di Gesù
vuol dire fare scelte concrete di vita
e cercare di compiere sempre la Tua volontà.
Letture bibliche e riflessione
Come ben sappiamo, il Deuteronomio è il testamento spirituale che Mosè consegna al popolo ebraico prima dell’ingresso nella terra promessa, dopo quarant’anni trascorsi nel deserto.
Il testo contiene, come possiamo immaginare, molte regole, molte raccomandazioni e molte sollecitazioni. Quella però che, in fondo, racchiude tutte le altre in poche ma rilevanti e significative parole è lo: “Schemà Izrael” che leggiamo nei versetti 4-6 del 6° capitolo.
“Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo! Amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze. Le parole di questo comandamento, che oggi ti do, restino nel tuo cuore”.
Questi pochi versetti rappresentano la preghiera che il pio israelita ha recitato da sempre e recita ancora oggi al mattino e alla sera.
In essi si fa memoria dell’unicità di Dio e del rapporto d’amore che deve intercorrere tra ogni membro del popolo e Dio stesso.
Vediamone brevemente il significato.
Ascolta Israele… Il primo invito che ci viene rivolto è: “Ascolta” tutto passa di qui. Se non mi fermo per ascoltare, se non faccio silenzio dentro e fuori di me, non c’è spazio per Dio, non c’è spazio per ascoltare la sua parola.
In un secondo momento ci viene chiesto di riconoscere chi è Dio. Mosè ci dice: “Il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo”. Un invito a non credere in altri dei o a creare altri falsi idoli.
Segue il tipo di amore che dobbiamo avere verso di Lui: un amore totalizzante, un amore che coinvolge tutte le parti di noi da quelle più emotive a quelle più razionali. Di qui l’invito pressante a tenere questi precetti nel cuore e a ripeterli sempre a sé e agli altri, nella propria mente e come testimonianza per le altre persone.
Perché dobbiamo sempre tenere nel cuore queste edificanti parole? Perché la parola, di qualunque tipo sia, modifica chi l’ascolta tanto che, se ascoltiamo parole buone, di incoraggiamento, avremo pensieri positivi, mentre avremo pensieri negativi se circondati o influenzati da parole cattive.
L’importanza di questi brevi versetti viene messa ulteriormente in evidenza dal fatto che sono citati da Gesù in occasione della domanda che gli viene rivolta da un maestro della legge a proposito di quale sia il primo di tutti i comandamenti.
L’incontro tra Gesù e il maestro della legge viene narrato dai tre evangelisti, Matteo, Marco e Luca.
Matteo 22,34-40
Quando i farisei vennero a sapere che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei si radunarono attorno a lui. Poi uno di loro, che era maestro della legge, volle fargli una domanda per metterlo alla prova. Gli domandò: “Maestro, qual è il primo comandamento della legge?” Gesù gli rispose: “Ama il Signore, tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il primo comandamento. Il secondo è simile: ama il tuo prossimo come te stesso. Tutta la legge di Mosè e tutto l’insegnamento dei profeti dipendono da questi due comandamenti”.
Come possiamo notare, Gesù, partendo sempre dalla legge, la modifica, la completa e la perfeziona perché aggiunge alla precedente un versetto tratto da Levitico cap. 19,18. Qui si dice, dopo aver elencato una serie di comportamenti corretti o riprovevoli nei confronti degli altri viene detto: “Ciascuno di voi deve amare il suo prossimo come se stesso”.
Quindi per Gesù l’amore verso Dio è inscindibile dall’amore per il prossimo. Questo è il primo comandamento; amare Dio e amare il prossimo deve essere la stessa cosa, l’uno non è possibile senza l’altro. Non si può prediligere uno e dimenticare o disprezzare l’altro.
interventi comunitari e preghiere personali
BRANO MUSICALE
G. Anche oggi noi siamo qui,
riuniti e riunite nel Tuo nome e dalla Tua bontà,
o Creatore del mondo e Madre della vita.
Con il Tuo aiuto vogliamo ricordare Gesù:
la sua vita, le sue emozioni, le sue parole.
Andava attorno per i villaggi a predicare,
senza stancarsi e senza fermarsi a lungo in uno stesso posto,
chiamando uomini e donne a credere con responsabilità.
Con semplicità ha insegnato ai discepoli la solidarietà,
invitandoli a mettere a disposizione il poco cibo che avevano in tasca.
Ogni tanto desiderava passare inosservato alla curiosità delle folle,
per dedicarsi a qualche relazione personale.
Pilastri della nostra vita e della nostra fede
vogliamo che siano i due comandamenti
che Gesù ci ha indicato sopra tutti:
l’amore totale per Te,
riconoscendoTi con coerenza unico Signore del creato;
e l’amore per chi ci è prossimo e prossima,
come altrettanti/e noi stessi/e.
PRGHIERA DI BENEDIZIONE FINALE
Non è sempre facile scorgere la realtà del Regno già presente, quando ci troviamo immersi/e in momenti difficili, quando prevale lo sconforto, quando si subiscono abusi o violazioni dei diritti fondamentali della persona.
Ogni tanto, però, facci giungere, o Dio, dei segnali incoraggianti, come nel caso di quel maestro di legge che, dopo aver dialogato con Gesù a proposito del comandamento più importante, si sentì rispondere: “Non sei lontano dal Regno di Dio”.
Certo, dice Gesù, se queste sono le tue convinzioni sincere, non sei lontano; però non fermarti, va’ oltre, continua a camminare: il traguardo è ancora più in là. A lui, come a noi, non è chiesto di raggiungerlo, ma di camminare in quella direzione, meglio se insieme a qualche compagno di viaggio.
Cerchiamo, tenendo conto dei nostri limiti, di fare come ci ha insegnato Gesù con la sua vita. Come Gesù, prendiamoci la responsabilità di far vivere la pratica della relazione al posto delle regole: oggi più che mai.
G. O Signore, aiutaci a non essere troppo attaccati/e a quello che abbiamo e neppure a quello che vorremmo essere. Sostieni e benedici i nostri sforzi.
Ada Dovio per la Comunità Cristiana di base di
Via Città di Gap – Pinerolo
27 marzo 2022