GERUSALEMME
Estremisti ebrei ad Al Aqsa scorati da 2.500 agenti
MICHELE GIORGIO
Gerusalemme
Duemilacinquecento poliziotti presidiavano ieri l'area della Spianata della moschea di Al Aqsa e del Muro del Pianto. Un poliziotto ogni metro nella città vecchia di Gerusalemme. Uno spiegamento di forze enorme «per prevenire», annunciavano due giorni fa autorità e media israeliani, «proteste e violenze palestinesi» in occasione di una importante ricorrenza della Pasqua ebraica.
MA IL BIRKAT HACOHANIM, la cerimonia che vede i discendenti maschi della casta sacerdotale riunirsi per impartire una benedizione, si è svolta senza incidenti al Muro del Pianto e nelle aree vicine. Ulteriore conferma che la tensione di questi giorni non nasce da contrasti tra islam ed ebraismo e che non è in atto una guerra fra religioni. Il motivo delle proteste, affermano i palestinesi, sono le intenzioni annunciate la scorsa settimana da gruppi della destra religiosa israeliana di tenere. sacrifici rituali sulla Spianata di Al Aqsa (il Monte del Tempio per gli ebrei) e di proseguire «visite» al sito religioso volte a porre le basi per la ricostruzione del biblico Tempio. «Tour che si sono svolti anche ieri, sotto la scorta di decine di agenti antisommossa, eseguiti da contestazioni e lanci di sassi degli «Shebab al Aqsa», giovani che si proclamano difensori del sito islamico. Domenica il premier israeliano Bennett ha dato «mano libera» alle forze. di sicurezza per riprendere il controllo di Gerusalemme est. E l'esercito prosegue i suoi raid in Cisgiordania alla caccia, spiega il portavoce militare, di «terroristi» e «complici» degli attentatori che nelle scorse settimane hanno ucciso 14 israeliani in quattro città. Ventidue sono i palestinesi uccisi dai soldati nello stesso periodo.
Per Israele è in atto una campagna sui social palestinesi, alimentata dal movimento islamico Hamas, su un presunto suo tentativo «di impossessarsi della moschea di Al Aqsa» che ha lo scopo di causare proteste e tensione. Ma anche l'alleata Giordania, custode dei luoghi santi di Gerusalemme, denuncia un tentativo di Israele di alterare lo status quo nella città vecchia che da decenni vede i cristiani pregare al Santo Sepolcro, gli ebrei al Muro del Pianto e i musulmani ad Al Aqsa. Gli ebrei possono visitare la Spianata ma non pregarvi, almeno non in modo organizzato. Lo farebbero comunque, denunciano i palestinesi, con il tacito assenso della polizia. Ieri il ministro giordano degli esteri Safai ha «salutato» i palestinesi che difendono Al Aqsa e ha convocato l'incaricato di affari dell'ambasciata di Israele ad Ammam per protestare contro il comportamento della polizia sulla Spianata.
Ha aggiunto che la Giordania è impegnata in sforzi continui per «misurarsi con le misure illegali di Israele per alterare lo status legale e storico nei luoghi santi di Gerusalemme». Due giorni fa anche re Abdallah, in Germania per cure mediche, ha espresso insoddisfazione per la situazione a Gerusalemme e esortato Israele a «cessare le provocazioni».
I RIFLESSI DELLA GUERRA tra Russia e Ucraina raggiungono la Spianata delle moschee di Gerusalemme. Vladimir Putin ha telefonato al presidente dell'Autorità Nazionale Abu Mazen - rimasto in silenzio sull'attacco di Mosca all'Ucraina - per esprimere solidarietà ai palestinesi e la condanna delle azioni israeliane su Al Aqsa. Un passo che segue il voto del governo Bennett per la sospensione della Russia dal Consiglio Onu dei diritti umani.
Giorni fa il Cremlino ha accusato Israele di «approfittare della situazione in Ucraina per distrarre l'attenzione della comunità internazionale da uno dei più antichi conflitti irrisolti: quello israelo-palestinese».
Il Manifesto, 19 aprile