Dresda fu rasa al suolo dagli alleati
Giovanni Caruso
Domani 24 marzo
La notte tra il 13 e il 14 febbraio 1945 la bella Dresda, il cui nome significa «città degli abitanti dei boschi», nota anche come «la Firenze dell'Elba», fu rasa al suolo dagli alleati. La città nella quale re Venceslao di Boemia diede protezione e privilegi ai poeti subì il più grave bombardamento con armi convenzionali di tutto il secondo conflitto mondiale.
Capitale culturale della Sassonia, nota per le sue raffinate porcellane, per i suoi edifici medievali e classici, le sue torri, le sue cupole, i capitelli e i tetti di rame verde, la città di Dresda non era un obiettivo militare né un centro industriale strategico, ma un'area di riposo per i reduci dal fronte, allora gremita di sfollati e prigionieri.
Eppure fu metodicamente e meticolosamente ridotta in macerie e cenere dalle bombe esplosive e incendiarie che ondate di bombardieri prevalentemente britannici e americani in quei due giorni sganciarono.