Appello alle e ai parlamentari italiani sulla guerra in Ucraina
Il seguente appello – che Pressenza appoggia, innanzi tutto come membro di ICAN – ha raggiunto in poche ore oltre 700 firme ed è stato inviato lunedì in giornata a tutti i parlamentari.
APPELLO ALLE E AI PARLAMENTARI ITALIANI
Il presente Appello per richiamarVi con urgenza alle Vostre responsabilità nel rappresentare la volontà di una grossa fetta della Società civile italiana nel merito delle decisioni circa il ruolo dell’Italia nella guerra in Ucraina a seguito dell’invasione della Federazione Russa.
Il nostro Paese è impegnato in ogni sua articolazione, a cominciare dai cittadini e dalle cittadine, nel compito umano di soccorrere le vittime della guerra con un’accoglienza a 360 gradi dei profughi: un’apertura e un senso del sacrificio mai registrati in altre occasioni.
Oltre al soccorso riteniamo sia indispensabile un impegno dei Governi di tutti i Paesi coinvolti a recarsi nel teatro di guerra vicino alle vittime per intavolare un serio NEGOZIATO di pace dove entrambe le parti siano ascoltate.
Vogliamo farvi sapere quindi che nel prefigurarci un auspicabile rapido arresto di questa guerra siamo in tante e tanti a indirizzare le proprie speranze e il proprio contributo, oltre che prioritariamente al SOCCORSO delle vittime della guerra, anche alla richiesta di un immediato cessate il fuoco, incompatibile con l’invio di armi e altre strategie e dichiarazioni che accendono il fuoco di guerra invece di sedarlo.
Vi chiediamo di darci segnali concreti di un Vostro impegno per un progressivo DISARMO a cominciare dal far sì che l’Italia rispetti la Legge n.185 – troppo spesso disattesa ora più che mai – che da 32 anni regola il commercio di armi vietandone tra l’altro l’esportazione a Paesi in guerra.
Crediamo che il nostro Parlamento possa e debba offrire con competenza e senso di responsabilità alternative diverse dal riarmo.
Tra coloro i quali vi hanno consegnato con il proprio voto anche la propria fiducia, c’è chi non accetta che si mandino strumenti di morte quali le armi in suo nome ed è invece disposto ad appoggiare con forza e determinazione chi, come i 25 Parlamentari che hanno espresso voto contrario al Decreto Ucraina, ci lascia intravvedere un presente e un futuro più civili in cui lavorare insieme per il disarmo offrendo alla storia nuove possibilità per affrontare senza stragi le controversie che verranno.
Stiamo subendo invece una vera e propria propaganda di guerra che lascia aperta la sola strada del riarmo. Come potete convincerci dell’utilità per la nostra sicurezza della deterrenza nucleare in un mondo multipolare instabile in cui la minaccia di una guerra nucleare è paurosamente aumentata e questi giorni di angoscia lo dimostrano?
Ai tempi della sua visita in Giappone il Papa definì “immorale” la deterrenza, quello stesso Papa Francesco che ha usato parole forti – purtroppo non diffuse come si sarebbe dovuto da molta stampa – contro la scandalosa scelta anche da parte della Camera dei Deputati di aumentare le spese militari portandole al 2% del PIL, una “pazzia” nei confronti della quale ha dichiarato di provare vergogna.
A nostra insaputa, coperte dal segreto militare, vengono autorizzate azioni di guerra che oltre a non garantirci sicurezza mettendoci in pericolo come bersaglio militare, ci indignano profondamente, come quando i lavoratori aeroportuali hanno denunciato la presenza di armi di morte al posto degli aiuti umanitari che avrebbero dovuto caricare negli aerei in scalo presso l’aeroporto civile “Galileo Galilei” di Pisa e non solo.
Secondo un sondaggio del 2021, l’87% della popolazione italiana era favorevole a che l’Italia firmasse il TPNW, ovvero il Trattato Internazionale per la Proibizione delle armi nucleari approvato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 7 luglio 2017- senza la firma dell’Italia – ed entrato in vigore il 22 Gennaio 2022 a seguito del quale miliardi di dollari già sono stati sottratti al business delle armi nucleari delle quali viene vietata la produzione, lo stoccaggio, l’uso e la minaccia d’uso.
È questo il risultato dello sforzo congiunto della società civile che continua a promuoverlo affinché sempre più Stati lo ratifichino.
Grazie all’iniziale impegno di qualificati scienziati a livello internazionale, tanta strada infatti è stata percorsa a livello di società civile, di personalità autorevoli, di molti Stati e dell’ONU da quando nel 2006 l’International Phisicians for the Prevention of Nuclear War (IPPNW), vincitore del Premio Nobel per la pace nel 1985, adottò ICAN (Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari) anch’essa vincitrice del Nobel per la pace nel 2017.
È accettabile che il Parlamento dell’Italia, uno Stato membro della NATO, non abbia la libertà di fare la propria scelta, nonostante la popolazione si sia mobilitata in questa direzione con la Campagna “Italia, ripensaci” ?
Con la sottoscrizione all’ICAN Cities Appeal e all’ICAN Parliamentary Pledge, ben 240 Parlamentari italiani richiesero nel 2017 al Governo di farsi parte attiva del dibattito internazionale sul disarmo nucleare partecipando alla prima Conferenza degli Stati parte del TPNW che si terrà a Vienna proprio in questo marzo 2022, alla quale l’Italia può appunto prendere parte anche come “osservatore”.
Vi chiediamo, proprio nell’urgenza e nell’emergenza che questa guerra porta con sé, di decidere passi concreti verso la costruzione di un mondo libero da armi nucleari perchè sono inutili dal punto di vista strategico, essendo in grado di distruggere tutte le parti in guerra e l’intera Comunità terrestre dei viventi. Perchè sono immorali e ora anche illegali a seguito di questo Trattato.
Chiediamo inoltre che il Governo e il Parlamento Italiano firmino il Trattato TPNW, dimostrando di essere un Paese libero in grado di prevenire le guerre, di educare ed addestrare alla gestione dei conflitti anche a livello micro e macro-sociale, alla negoziazione di pace, a una difesa non armata e nonviolenta che è prevista dal nostro ordinamento legislativo proprio ai fini di permettere a tutti i cittadini e le cittadine di contribuire a difendere il proprio Paese anche senza l’uso delle armi.
Vi invitiamo con fermezza a non farci complici di questa strategia che per noi non protegge ma porta morte.
Dimostrate di tenere in conto le vite umane come esse si meritano, di sapere agire politicamente con il cervello e con il cuore: non sono credibili i capi di Governo che non mettono al primo posto la vita di uomini, donne, vecchi, bambini, esseri viventi tutti, e questo vale per entrambe le parti in guerra.
E quando il Senato dovrà votare il Decreto Ucraina, pensate a come spieghereste alle bambine e ai bambini che la pace si fa impegnandosi a produrre e ad usare sempre più armi a scapito delle scuole per imparare e per crescere insieme e dei medici per curare.
CHIEDIAMO che questo Parlamento con voto avente forza legislativa e conseguente vincolo per il Bilancio dello Stato, NON RATIFICHI provvedimenti che implichino un ulteriore aumento della spesa militare sino ad almeno il 2% del PIL come da indicazioni NATO (Accordo informale del 2006) destinando inoltre una quota di almeno il 20% di tale spesa per investimenti in nuovi sistemi d’arma, configurando il futuro dei prossimi anni come un pericolosa corsa agli armamenti che certo non può aiutare la pace e che ci inchioda in un’economia armata non favorevole al bene comune dell’Italia.
Facciamo affidamento su di voi per raccogliere quanto vi stiamo raccomandando con forza, cercando di superare il senso di impotenza che tutti ci affligge in situazioni come quella che stiamo vivendo.
Ci rivolgiamo a Voi perché non vogliamo pensarvi lontani in un irraggiungibile aula dove si giocano le vite, il presente e il futuro di tante e di tanti, e non solo in Italia.
Vogliamo potervi riconoscere pienamente come espressione della nostra Democrazia nelle scelte politiche che sarete in grado di fare come singoli esseri umani, ognuna e ognuno con la propria coscienza.
Grazie per l’ascolto.
Le vostre risposte verranno comunicate a ogni sottoscrittrice e sottoscrittore del presente Appello.
Tratto dal blog di Daniele Barbieri