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di ERNESTO AYASSOT (continua)
Come si può vedere, anche da questi pochi e sommari cenni, c'è stato un crescendo: la Sindone è diventata «Santa» poi «Santissima», le indulgenze si sono moltiplicate. Ma una dichiarazione esplicita sulla autenticità non è ancora venuta, la «venerazione» (e addirittura la «adorazione» della reliquia) continua a «sembrare» cosa buona, degna, doverosa ecc... Anche nel nostro secolo i Pontefici hanno mantenuto tale posizione equivoca. Pio XI, ad esempio, si trovò in una situazione alquanto imbarazzante quando, preparandosi le nozze del principe ereditario Umberto di Savoia (1931), ed essendoci perplessità sulla opportunità di aggiungere alle celebrazioni una «ostensione» della Sindone, dovette prendere una decisione. Mentre molti chiedevano, e innanzi tutto la Casa regnante, che la ostensione si facesse, altri, tutti cattolici ed alcuni eminenti, chiedevano che venisse evitato il pericolo di esporre la chiesa «all'attacco degli increduli», «esponendo la Religione al ridicolo», dato che «questa Sindone non ha storia e vi sono documenti che dicono che è falsa»27. Il cardinale di Torino, che era allora Fossati, si recò dal Papa perché proprio non sapeva chi accontentare e chi scontentare. Il Papa ovviamente permise per le nozze reali lo speciale privilegio che gli si chiedeva, ma parlando al cardinale ci tenne a distinguere la sua convinzione di uomo da quella che avrebbe potuto essere una opinione papale:
…Le parleremo piuttosto come investigatore ed esperto che come Papa. Abbiamo compiuto uno studio personale sulla Santa Sindone e le possiamo dire che siamo convinti della sua autenticità28.
Benché convinto come uomo, non lo era abbastanza come Papa.
L'attuale Pontefice Paolo VI, che certamente non passerà alla storia per essere stato un Pontefice restio a parlare ed a pronunciarsi su qualsiasi argomento, ha parlato più volte della Sindone, ma ha sempre evitato di pronunciarsi sulla sua autenticità.
Pur riconoscendo la validità di tutte le prove scientifiche eseguite sulla Sindone per provarne la veridicità, la Chiesa la può indicare alla venerazione dei fedeli, ma non ne garantirà mai in prima persona l'autenticità.
Con queste parole, messe in bocca all'attuale Pontefice, si conclude una storia popolare della Sindone pubblicata a puntate dal londinese «Daily Mail», dal 26 marzo all'8 aprile 1977. Non sappiamo in quale occasione siano state pronunciate, ma rispondono bene all'atteggiamento assunto ormai da secoli dalla chiesa romana e fino ad oggi conservato. Infatti Paolo VI ha concesso la ostensione della Sindone per la fine dell'estate di quest'anno 1978, che vedrà anche a Torino un grande congresso di sindonologia, ma è dubbio che i tempi siano già maturi per un pronunciamento esplicito. D'altra parte a che servirebbe se clero, popolo e pellegrini, verranno ugualmente a venerare il lenzuolo e porteranno offerte, senza preoccuparsi del problema dell'autenticità? Forse una dichiarazione, che passasse sopra al silenzio della storia ed alle grosse perplessità (per non dire negazioni) della scienza, procurerebbe un successo maggiore alla grossa operazione «evangelistica» (?)29?
Ed è questo proprio l'ultimo punto sul quale ci vorremmo soffermare un istante.
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27 Parole riferite dal card. Fossati e riportate da J. L. C. ETXEANDIA, op. cit., p. 85.
28 J. L. C. ETXEANDIA, op. cit., p. 137.
29 La chiamiamo così perché così viene presentata la prossima ostensione; confessiamo però di non capire cosa abbia a che fare la «evangelizzazione» con tutta la faccenda.