mercoledì 1 giugno 2022

La SINDONE: radiografia di una prova

PRESENTAZIONE

 

 

Perché riproporre questo piccolo libro dopo 45 anni?

Gli Autori ora avrebbero ulteriori e validi argomenti per far vedere e documentare l'inconsistenza della tesi che vorrebbe fare della Sindone di Torino il lenzuolo che ha avvolto Gesù quando fu deposto dalla Croce.

Si tratta di tradizioni devozionali senza alcun fondamento storico.

La nostra religiosità ha tante strade devozionali che reggono ed incrementano le emozioni, il turismo, il mercato religioso.

Queste pagine, che Guido Piovano con cura e competenza collocherà in alcuni giorni continuativi, si prefiggono, nel pieno rispetto dei "cattolici devoti", di evidenziare un percorso di fede che molti cristiani oggi avvertono necessario: rispettare la verità storica e aprire un cammino verso una fede adulta, che non ha più bisogno di dogmi, miracoli e devozioni, a fa centro sul Vangelo.

Chi volesse approfondire la ricerca, può leggere le opere del teologo cattolico Pier Angelo Gramaglia che ha studiato tutte le fonti storiche e le dinamiche psicologiche soggiacenti a questi "eventi religiosi e turistici" continuamente riemergenti.


Franco Barbero 

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Trovate il libro " La SINDONE: radiografia di una prova " di E. Ayassot e F. Barbero, Claudiana Torino, 1978, suddiviso in sezioni, ogni giorno a iniziare da oggi per un totale di 18 appuntamenti.

Ecco a seguire la prima sezione, buona lettura e buona riflessione. (g. p.)

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LA SINDONE: radiografia di una prova

 

PREFAZIONE

 

Dal 27 agosto all'8 ottobre 1978, una folla di «pellegrini» e di «curiosi», che è stata valutata dai 2 ai 4 milioni, si riverserà a Torino per l'annunciata «ostensione» della «Santa Sindone» (cioè del lenzuolo funebre che avrebbe avvolto il cadavere di Gesù ricevendone un'impronta dell'intero corpo e, in particolare, del volto, tuttora visibile). Contemporaneamente è previsto un «Congresso mondiale di sindonologia» che dovrebbe esprimere l'ultimo verbo della scienza sull'autenticità dell'antica reliquia.

Per ben 43 giorni, dunque, Torino si trasformerà in una Lourdes o una Fatima italiana! Come tutti i grandi pellegrinaggi della storia un avvenimento del genere può suscitare le più varie considerazioni, perché coinvolge una miriade di aspettative, di emozioni e di interessi. Può quindi essere analizzato - come certo sarà - sotto molti punti di vista. Il presente volumetto non ha certo la pretesa di esaurirli tutti, ma si limiterà a quegli aspetti che coinvolgono più da vicino la testimonianza di fede della comunità cristiana.

Potremmo chiederci se è proprio il caso di occuparci di queste cose: sono ben altri i problemi che assillano la chiesa, oggi. È giusto, ma sarebbe un errore, a nostro avviso, non accorgersi che questa «ostensione» si inserisce in una nuova strategia dell'Istituzione cattolica (che in realtà si rivela poi molto antica), mirante a rinvigorire e a mobilitare il mondo cattolico per addestrarlo alle prossime battaglie e per contrastare gli elementi disgregatori del laicismo e della secolarizzazione. A ben vedere un filo diretto collega dunque il grande «Congresso eucaristico» di Pescara dello scorso anno, le 900.000 persone accorse all'aeroporto di Roma, poche settimane or sono, per rendere omaggio alla «Madonna di Fatima Pellegrina», ed ora la tanto attesa «ostensione» della Sindone, nel cuore del triangolo industriale, che è stata definita dalla curia torinese: «una grande occasione di evangelizzazione»!

 

Come ha ben scritto Vittorio Gorresio ne «La Stampa» di Torino:

Il mondo cattolico è in ottima salute ed anzi in fase di riorganizzazione... Nell'Italia delle Madonne - come Renan chiamava il nostro Paese - il peso dei cattolici può sempre dimostrarsi risolutivo ai fini della stabilizzazione, non dello Stato poiché lo Stato importa poco ai cattolici, sicuramente della società che in grande parte è cosa loro... È chiaro che a dispetto delle leggi, dei costumi e delle mode, rimane grande riserva dei cattolici questa Italia delle Madonne, dei pellegrinaggi, dei bambini, dei malati, degli stanchi della politica, dei delusi dalla vita; è una riserva numerosa quanto un esercito, che se riceve un invito per il tramite della rete parrocchiale, vi risponde» come a un ordine di mobilitazione.

Teniamo conto anche di questi fatti, per capire l'Italia e le sue vicende politiche1.

 

Con un'abile regia si è fatto – e ancor più si farà - ricorso ai più raffinati strumenti di comunicazione di massa (la Televisione italiana ha già dedicato alla Sindone un documentario inglese di eccellente fattura). Ogni accorgimento è stato messo in opera per creare nel pubblico non solo l'impressione ma la certezza che storia e scienza concordi confermino ormai sostanzialmente – al di là di ogni ragionevole dubbio tipico di un'epoca smaliziata come la nostra - che la Sindone non può non essere autentica. Mancherebbe ancora la conferma definitiva al 100% - si sostiene -, ma essa sarà certamente fornita entro brevissimo tempo, forse durante l'«ostensione» stessa... Così l'attesa viene artificialmente accresciuta e tra pochi mesi i riflettori dell'opinione pubblica saranno concentrati sull'antico lino torinese.

La trasmissione televisiva cui abbiamo accennato, ad esempio, è riuscita ad inserire molto abilmente nel discorso i tecnici e gli scienziati: il docente di medicina legale di Los  Angeles che esamina il lenzuolo come fosse un cadavere sul suo tavolo e ne ricava il convincimento che si tratta di un uomo colpito con corpo contundente, crocifisso, con ematomi alle spalle causati da corpi pesanti, spigolosi ecc.; i tecnici  della N.A.S.A. che ricostruiscono il documento fotografico a tre dimensioni con sofisticati procedimenti; il tecnico-capo del Laboratorio americano che conclude con la certezza (potenza di un camice bianco!) che l'immagine non può essere stata prodotta in altro modo che con un procedimento analogo a quello delle radiazioni atomiche...

Tutto questo discorso - oltre ad inserire il problema Sindone in un filone fantascientifico oggi di grande successo - crea una sorta di atmosfera di attesa in cui la somma dei punti interrogativi e le domande senza risposta finiscono coll'acquisire tale peso da diventare esse stesse argomenti di prova «scientifica».

 

È sorprendente notare fino a che punto la nostra epoca - che si pretende «scientifica», cioè critica, disposta ad accogliere solo ciò che è dimostrabile razionalmente - possa accettare quasi come un fatto scontato l'autenticità di una «reliquia» contro la quale invece - come vedremo - testimoniano chiaramente i dati accertati della Bibbia, della storia e della scienza più accreditata. Sembra quasi che l'opinione pubblica presti un orecchio compiacente alle tesi fantastiche dei «sindonologi», perché ha in qualche modo bisogno di credere, oltre ogni ragionevolezza, di mettere almeno di tanto in tanto tra parentesi la mentalità storico-critica moderna, per lasciarsi finalmente andare ad un sogno fideistico ben più affascinante. E ad essere onesti, come negare il diritto a chi vive in una città come Torino - industrializzata fino all'esasperazione quanto afflitta da assillanti problemi economico-sociali - di elevare lo sguardo dalla grigia realtà ad un mondo trascendente? Com'è ben noto agli studiosi, la nostra civiltà industrializzata e apparentemente smaliziata cela nel profondo una domanda crescente di valori «spirituali» (ma sarebbe meglio dire «misteriosofici», «esoterici» ecc.) che fanno appello a facoltà umane meta-razionali.

 

L'interesse per la Sindone si inserisce quindi in un «filone» già ampiamente collaudato, che ha visto più di mezza Italia incollata al video per il film di Zeffirelli e il boom eccezionale di libri sulla vita di Gesù. Come l'industria americana di spettacoli e di «blue jeans» ha capito da tempo, oggi il nome di Gesù rende moltissimo.

Anche l'Istituzione cattolica sembra essersi accorta - e non da oggi - di questa crescente «domanda». Ma è questa la fede di cui ha bisogno la nostra società moderna? In un mondo che è stato definito «post-cristiano», ma che tra poco potrà essere fors'anche definito «post scientifico», se l'ondata montante della superstizione, dell'occultismo, dello spiritismo e dell'orientalismo continuerà ad aumentare, è proprio questa la fede cui la chiesa cristiana deve fare appello per evangelizzare il popolo?

Come ha scritto molto bene un mensile torinese di «cristiani impegnati»:

Se la chiesa di Torino in questo anno di prova, si lascerà fasciare da un sudario da morto, non le basteranno tre giorni, come a Gesù, per risorgere2.

 

Ecco dunque, lo scopo del presente volumetto.

Se riusciamo a prescindere dal bisogno popolare di fuga dalla grigia e fredda realtà «scientifica» e dalla pseudoscienza al servizio delle opzioni fideistiche, che cosa possiamo dire che la storia, la scienza e la Bibbia affermino realmente sull'autenticità della Sindone? Che cosa possiamo dire che sia veramente «provato»?

 

A questo interrogativo risponde il primo dei due scritti, d'opera del pastore Valdese Ernesto Ayassot, che ha esercitato il suo ministero pastorale a Torino per circa un ventennio.

Ma l'«ostensione» della Sindone ha avuto e ancora più avrà effetti e contraccolpi all'interno della comunità ecclesiale cattolica torinese. Quali fini reali si propone l'iniziativa della curia e quali conseguenze avrà per la vita e lo sviluppo della chiesa di Torino? Cosa ne pensano i cattolici «di base»? Il secondo intervento è di Franco Barbero, prete cattolico di Pinerolo e animatore di una «comunità di base».

Ora il dibattito è aperto.

L'EDITORE

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1 V. GORRESIO, L'Italia delle Madonne, «La Stampa», Torino, 6 giugno 1978, p. 2.

2 «Il foglio», n. 61 (anno VIII, n. 2), p. 8 (editoriale).

 

(continua)