Mondi paralleli
Sono
a Roma. Anzi, per la precisione, sono a Fiumicino. È notte. Sono
all’Assemblea Generale dei Vescovi. Una settimana in questo albergo, a
due passi dall’aeroporto. Sembra di essere in mezzo al niente. Mi
verrebbe la voglia di “scappare” per andare a fare due passi in centro, a
Roma. Ma il lavoro è serrato e ci tengo a viverlo con serietà. Nelle
pause mi capita di passare all’ingresso ed incontro viaggiatori che
arrivano e che partono a tutte le ore del giorno e della notte. Ora,
dalla finestra, vedo un aereo che si alza in volo. Mi chiedo: “Dove sarà
diretto? In Italia, oppure in qualche paese del mondo?”. Penso ai
passeggeri: giovani, adulti, anziani, con le loro vite, le loro storie.
Con sogni e ferite. Con affetti e delusioni. Nella giornata quante volte
ho visto aerei atterrare e decollare. I passeggeri chiusi negli aerei e
noi chiusi in questo albergo. Vicini e sconosciuti. Siamo a due passi,
eppure siamo mondi diversi, direi mondi paralleli. Mondi che si sfiorano
senza incontrarsi. Mi turba questo pensiero. Fotografa la nostra
società. Spesso siamo “mondi paralleli”: ci sfioriamo senza incontrarci.
Ognuno chiuso nel suo mondo. Accanto a tanti, eppure tremendamente
lontani. Isole in un mare di isole. Vicini di casa, lontani nell’anima.
Sempre più impegnati a difendere noi stessi, le nostre opinioni, i
nostri diritti, la nostra libertà. Arrivati a sera siamo felici se le
mura della nostra “identità” sono rimaste intatte. Le mura di difesa
hanno retto, non sono state neppure scalfite. Ho tenuto alta la guardia,
ho difeso con i denti i miei diritti, ho imposto la mia ragione, ho
mantenuto intatte le mie opinioni. Ho fatto il “viaggio” della mia
giornata senza “contaminarmi”: sono uguale a come sono partito. Posso
vantarmi di essere ancora “me stesso”. Posso essere fiero di essere
ancora lo stesso, chiuso nel “mio aereo immaginario”. Accanto ad altri
che si vantano di “rimanere se stessi” nel loro aereo. E gli aerei vanno
e vengono. I passeggeri restano “persi ognuno dentro i fatti propri”.
Che tristezza! Isole che si vantano di essere isole. Che non sognano di
diventare promontori tesi verso altri mondi. Che non sognano di
diventare mondi che si incontrano per fare un “mondo nuovo”, mescolato e
arricchito. Dobbiamo ribellarci! È giunto il tempo di smetterla di
pensare che l’ideale sia quello di essere persone che passano la vita a
difendere se stesse. La vita va spesa per incontrarci, confrontarci,
ascoltarci. La vita va spesa per imparare dagli altri, per rinnovare le
proprie idee, per cercare nuovi sentieri. Non vivi per difendere te
stesso, non vivi per rimanere sempre lo stesso. Vivi per uscire da te,
per combattere per altri e con altri. Vivi per generare qualcosa. E
allora? Apri la porta e lascia entrare l’altro. Prova a capire le sue
ragioni, prova a stimarlo. E scoprirai mondi che non immaginavi. Il
mondo è molto più grande di te, delle tue opinioni, delle tue ragioni.
Ed è ancora tutto da scoprire. Non fare la sentinella armata. Osa
diventare un esploratore!
Le Parole per dirlo di Derio Vescovo
L’Eco del Chisone 01 06 2022