Quarta strage di migranti
in pochi giorni.
Dopo la calca al muro di Melilla, dopo la doppia
tragedia di ieri con 50 persone soffocate nel Tir alla periferia di San
Antonio, nel Texas, e i 30 annegati nel Mediterraneo, oggi arriva un'altra
notizia drammatica.
Gli operatori recuperano i corpi dei 20
migranti morti nell'area desertica libica di Kufra, oltre il confine con
il Ciad.
Venti persone sono state trovate morte "di
sete" nel deserto libico, vicino al confine con il Ciad, dopo che il loro
veicolo è andato in panne nel caldo infernale. Lo hanno riferito il servizio di
"soccorso ed emergenza" della città di Kufra, nell'estremo sud-est
del Paese.
"Il veicolo, proveniente dal Ciad, è stato
trovato a 310 km a sud di Kufra e a 120 km dal confine ciadiano-libico",
si legge in una nota pubblicata assieme a un video che mostra corpi in stato di
decomposizione sulla sabbia vicino al mezzo.
"Pensiamo che il gruppo sia morto nel
deserto 14 giorni fa poiché l'ultima chiamata da un telefono mobile localizzato
nella zona è del 13 giugno", ha spiegato il responsabile del servizio di
soccorso di Kufra, Ibrahim Belhasan, all'agenzia Reuters.
Due dei migranti morti erano libici, altri si
pensa siano cittadini del Ciad che attraversavo la Libia, forse per tentare il
salto verso l'Europa.
Il deserto a sud della Libia, Paese nel caos
dalla caduta del regime di Muammar Gheddafi nel 2011, è diventato negli ultimi
anni un punto focale per il contrabbando di merci e l'immigrazione clandestina.
Migliaia di migranti attraversano ogni anno i
porosi confini della Libia dal Sudan, Niger e Ciad, per venire a lavorare in
questo Paese o per tentare la traversata del Mediterraneo verso l'Europa. I
casi di migranti dispersi o trovati morti in mezzo al deserto sono purtroppo
frequenti.
(da “Avvenire” del 30 giugno 2022)