sabato 20 agosto 2022

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(continua Tolmino Mazzinelli, "I presupposti del peccato originale")

2. La perpetua verginità di Maria

È un insegnamento che non ha basi convincenti se non nel fatto che è una credenza tradizionale della Chiesa cattolica. E di nuovo essa ha relazione col peccato originale e con la ideologia della dominazione maschile. Poiché Gesù è presentato come salvatore universale e gli è attribuita la divinità, egli non potè mai essere visto sotto il dominio di Satana. E poiché il peccato originale è trasmesso dalla procreazione, era necessario per Gesù evitare la contaminazione del peccato originale. L'immacolata concezione assicurava che Gesù era libero dal peccato originale da parte di madre. La nascita verginale era un modo conveniente per preservare Gesù dal peccato originale anche da parte del padre. Ancora una volta la perpetua verginità di Maria ha relazione con le ideologie che tendevano a deprezzare la sessualità, in quanto avrebbe minato la santità di Maria. Ne consegue che:

a. Maria cessa di essere una madre ordinaria e il ruolo di Giuseppe è minimizzato o nullo;

b. Inoltre la perpetua verginità di Maria quadra bene con il concetto di una redenzione effettuata quasi ontologicamente (astrattamente) senza nessuna relazione con il suo insegnamento e nessun impatto con la  società, che furono le cause della sua morte;

c. Si enfatizza il celibato ecclesiastico, considerato uno stato di vita più alto (Concilio di Trento).

Questo pregiudizio antisessuale ha caratterizzato non poco la spiritualità tradizionale della Chiesa e la sua disciplina. Il riflettere sulla nascita verginale di Gesù ha fatto deprezzare la normale espressione sessuale. Ciò vuol dire che una famiglia e una donna normale non possono trovare molta consolazione nella "Sacra Famiglia" e nella maternità di Maria dato che essa fu esentata dalle pene del parto, viste come punizione del peccato originale.

Le teologie femministe presentano in modo molto diverso Maria.

Molte affermano che l'enfasi posta nella sua verginità implica un degrado di un normale essere donna e madre e deve essere messa in relazione con l'ideologia patriarcale e gerarchica che non riconosce uguale personalità alla donna. Così Rosemary Ruether, che nel suo libro "Sexism and God-Talk", afferma che Maria viene esaltata, ma presentata come un modello impossibile. Questa enfasi ha anche contribuito a oscurare il messaggio di Maria nel "Magnificat" e il suo ruolo di donna povera, ma impegnata nelle lotte del suo popolo per una integrale, personale e sociale liberazione sulla linea di Gesù.

Quanto più le donne avanzano nella consapevolezza dei loro diritti e della dignità della maternità, tanto più esse possono reclamare Maria come esempio e modello di una ordinaria umana maternità. Con una migliore comprensione di una spiritualità della creazione, ci potrà essere un più positivo approccio alla sessualità umana, al corpo e alle relazione tra i due sessi.

(continua)