domenica 28 agosto 2022

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(continua Tolmino Mazzinelli)

Due spiritualità diverse


Le teologie e le spiritualità cristiane dipendono dall'interpretazione che si dà dei dati basilari della rivelazione e della storia riguardante Gesù Cristo, il suo messaggio e la sua missione. Si hanno due diverse posizioni, basate su due diverse interpretazioni della condizione umana, della comprensione di Dio e del significato della morte di Gesù per la redenzione del genere umano. La questione è questa: Gesù è morto per i nostri peccati o fu ucciso a causa dell'opposizione alla radicalità della sua vita e del suo messaggio? Queste posizioni rivelano ed esprimono due diversi modi di essere chiesa. Il ruolo della comunità cristiana nella società umana sarà compreso e praticato in modo diverso secondo l'una o l'altra interpretazione.

1. Interpretazione tradizionale

Dopo il peccato originale, l'uomo ha bisogno di un redentore divino-umano. Gesù è venuto a pagare il prezzo per i peccati dell'umanità come espiazione dovuta al Padre. Ci si rifà a certi testi di Paolo (Romani 5: 9 e 12). Questa posizione fu sviluppata soprattutto da Agostino e Anselmo. Il concetto di Dio, secondo questa prospettiva, è quello di un Dio iroso, che giudica e punisce l'intera umanità per i peccati dei primi parenti. È un Dio che ha bisogno di sacrifici e soddisfazione. La redenzione operata da Gesù consiste nel fatto che egli prende su di sé i peccati degli uomini ed espia per loro. È una interpretazione basata più su affermazioni dogmatiche che sui racconti dei Vangeli. È una interpretazione a senso individualistico: Gesù paga il prezzo per i miei e i nostri peccati. Essa non mette in conto le cause sociali e strutturali dei molti mali del nostro tempo. Favorisce la passività sociale e il conformismo, lascia senza difesa gli oppressi e gli emarginati, tranne che offre loro la carità, ma non la giustizia.

Sia Gesù che Maria hanno sofferto e accettato con gioia per adeguarsi alla volontà del Padre che voleva la redenzione. La gloria di Maria sta nei suoi privilegi. L'accento non è posto sulla sua partecipazione all'insegnamento, vita e passione di Gesù. È una gloria attribuitale, piuttosto che un merito dovuto, alla sua partecipazione attiva alla sofferenza di suo figlio. Il significato socio-politico della passione di Gesù non è messo in rilievo. Non è chiaro che Gesù fu ucciso a causa del suo impegno per la giustizia e la verità e quindi perché dava fastidio ai capi della nazione. La Chiesa in conseguenza avrebbe dovuto essere socialmente e politicamente neutrale. Nei fatti però fu socialmente conservatrice, d'accordo col potere dominante. L'effetto fu di tranquillizzare il potere, contribuendo alla continuazione dei mali sociali senza esercitare opposizione.

(continua)