martedì 16 agosto 2022

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(continua Tolmino Mazzinelli)
 

Conflitti tra nuove tendenze e autorità della Chiesa

 

Il processo di ripensamento non si è svolto senza conflitti nella Chiesa. Le autorità pensano che è loro compito preservare la semplice religione dei fedeli. I fedeli hanno un attaccamento sentimentale ai modi convenzionali di pensiero e alle pie pratiche con cui sono stati educati, anche se queste li hanno abituati ad accettare una molteplicità di forme di alienazione e oppressione. Cosicché quelli che sono più pensierosi, specialmente tra i giovani, tendono a perdere fiducia nell'intero sistema. Se la Chiesa non ripensa la sua teologia e spiritualità in un modo significativo per la presente generazione e le sue necessità, sarà considerata irrilevante, come gia spesso avviene.

 

Per quel che riguarda il tema mariano, abbiamo bisogno di una radicale e profonda riconsiderazione della mariologia nel contesto di un ripensamento di problemi teologici, come per esempio:

a. che cosa si intende per salvezza umana;

b. come la salvezza è aperta a tutti;

c. qual è la relazione tra creatore e creatura;

d. chi è Gesù, qual è il significato della redenzione di Gesù;

e. qual è la natura e la missione della Chiesa.

È nello sfondo di questi problemi che noi possiamo situare la relazione di Maria con il genere umano, con la Chiesa e con ciascuno di noi, e la sua relazione con Dio.

L'insegnamento essenziale di Gesù è che nell'amore di Dio e del prossimo consiste l'adempimento della volontà di Dio. Verità, amore, partecipazione, libertà, giustizia e pace sono i valori centrali del regno di Dio, predicati da Gesù. È nel cuore di questa comprensione della cristologia che noi possiamo comprendere Maria.

Storicamente il ruolo di Maria si sviluppò dentro la prospettiva delle relazioni umano-divine e di una cristologia in cui la Chiesa controllava le sorgenti della grazia e il clero teneva le chiavi del regno dei cieli, dentro un regime patriarcale dominato dai maschi. In questa teologia, le altre religioni del mondo erano emarginate. Nel contesto di una tale teologia, Maria trovava il suo posto come la donna che aveva dato la nascita a Gesù e sia Gesù che Maria venivano strumentalizzati per assicurare la continuazione del sistema sociale dominante.

Una tale comprensione del ruolo di Maria è inaccettabile: non è in accordo con i Vangeli e va contro le aspirazioni della maggioranza dell'umanità alla liberazione e realizzazione. Non è accettabile per i protestanti e andrebbe quindi contro l'ecumenismo; è inaccettabile per le donne di oggi che sono cresciute e cercano il loro posto nella medesima eguaglianza e dignità degli uomini in tutte le sfere della vita. Non è insomma la Maria che può corrispondere a un mondo in cerca di giustizia, e in cui la maggioranza dell'umanità non è cristiana.


L'Autore mette in questione l'intera costruzione dei dogmi tradizionali e afferma che aggiustamenti frammentari, autorizzati dall'establishment ecclesiastico o dai suoi teologi, sono inadeguati. È necessario l'intero ripensamento della teologia e della spiritualità mariana tanto a livello teoretico come nella pratica della vita cristiana. Come deve essere liberato Gesù dalle sue superfetazioni, dalle interpretazioni devianti, così deve essere liberata Maria, per corrispondere alla vita reale. Essa deve essere conosciuta per quello che fu ed è, una madre amica e sorella di tutti, una donna tra le donne, un essere umano in mezzo a noi, una che dovette affrontare le difficoltà della vita, unita a Gesù, per una umanità migliore. Nel comprendere così Maria, noi possiamo contribuire alla liberazione di Maria per renderla se stessa e incoraggiare i suoi devoti a essere migliori discepoli di Gesù e migliori esseri umani.


(continua)