martedì 16 agosto 2022

LE PAROLE PER DIRLO

NON SAPENDO QUANDO L’ALBA ARRIVERA’ TENGO APERTA OGNI PORTA (E. Dickinson)

di DERIO OLIVERO

Vescovo di Pinerolo

Sono ad Assisi. Un luogo sempre meraviglioso, carico di spiritualità, energia, serenità, bellezza! Sembra di vedere San Francesco in giro per questi vicoli. Sono qui per il convegno del SAE sull'Ecumenismo. Siamo 180, di varie confessioni e religioni: cattolici, valdesi, metodisti, luterani, ortodossi, ebrei... Una cosa è parlare in astratto di religioni e confessioni, un'altra è mangiare insieme, pregare insieme, discutere insieme. 

Il tema che ci guida è "la speranza". Abbiamo iniziato analizzando il periodo faticoso che stiamo attraversando: pandemia, prezzi, guerra, clima. 

Ora stiamo provando a dire parole di speranza per questo tempo. Ci chiediamo: "Come la religione può essere portatrice di Speranza?". Mi colpisce, in un intervento, questo passaggio: "Non sapendo quando l'alba arriverà, tengo aperta ogni porta". La notte della pandemia continua, la notte della guerra continua, la notte della crisi climatica continua, la notte del caro-vita continua. 

Ma anche la notte della crisi della religione (delle religioni) continua, la notte della crisi della nostra Chiesa continua. 

A volte pare di intravvedere uno spiraglio di luce, segno di un'alba nuova... e poi subito si spegne. Che fare? Arrabbiarsi, deprimersi, mollare la lotta? No. Occorre tenere aperta ogni porta. Non sappiamo quale sarà la strada capace di portarci verso una nuova società una nuova Chiesa. Proprio per questo le "tentiamo tutte". Senza pregiudizi e senza arroganza. Con umiltà e tanta passione. Imparando gli uni dagli altri e mettendo il meglio di noi a servizio di tutti. 

Non sappiamo quando arriverà l'alba, ma siamo certi che verrà. Per questo non smettiamo di attenderla. Essere cristiani non significa avere bacchette magiche, ma sapere che il Signore continua ad aprire strade. Così continuiamo a credere al futuro. Con pazienza e tenacia. 

Oggi una Pastora metodista ci ha regalato un'immagine interessante. Nella sua riflessione su "angoscia e speranza" ha detto: "Quando mia figlia, di dieci anni, è disperata e piange, non serve riempirla di parole. Serve abbracciarla stretta. Così fa Dio. Lui, che è Padre e Madre, continua a tenerci nel suo abbraccio". 

In quell'abbraccio riprendiamo le forze per continuare a tenere le porte aperte, a cercare strade, viottoli, sentieri. A testimoniare una folle fiducia, una testarda e tenera speranza. La tentazione quotidiana è quella di tener chiuse le porte. È normale. Nei momenti difficili tutti siamo tentati di chiudere la porta, di salvare il salvabile, di mettere al riparo le cose preziose. 

In questi giorni d'estate, quando scoppia un temporale, tutti corriamo a chiudere le finestre e le porte per evitare i danni. Così accade nella vita: quando arrivano, come temporali, le emergenze e le crisi, siamo portati a chiudere, a difendere, a trattenere. Invece è proprio quello il momento di aprire. In quella crisi palpita un'opportunità, si nasconde una nuova prospettiva. 

Magari ferisce, fa soffrire. Ma può generare un nuovo sguardo. Sembra solo una distruzione. Un giorno ci sembrerà una ricostruzione. Sembra solo morte, forse è già risurrezione.

L’Eco del Chisone 3 agosto